mercoledì 23 luglio 2014

Alla prossima...


Forza dai pedaliamo e respiriamo un po' di cielo.

I fossili

Ecco alcune immagini dei fossili ritrovati nella cava di Eichstatt.



 

Ricercercando in internet pare che il nome di queste stelle marine preistoriche sia "saccocoma".
Nulla ho trovato invece a riguardo del brillante che queste saccocoma hanno al loro centro. Nelle saccocoma comuni pare non ci sia, invece queste della cava di Eichstatt al sole brillano!

venerdì 4 luglio 2014

Giorno 9

Questo è proprio l'ultimo giorno, dunque arrivati al termine del viaggio viene l'ora di tornare a casa, e soprattutto, dopo poco, ai ritmi dettati dal lavoro. Silvia ed io temiamo la fine del viaggio, diciamo "ma come, è già finito?", i nostri bimbi invece, oltre ad essere contenti del viaggio sono anche contenti di tornare, soprattutto Marianna, le piace tornare alla sua casa, il suo letto, dai suoi nonni, dai suoi amici, zii etc... L'unica volta che ricordo che le ho viste dispiaciute al ritorno è stato Taizè, che bello Taizè :-).
Questa è stato proprio un bella "vacanza", siamo stati bene insieme, c'era da impegnarsi e ci siamo impegnati, spesso abbiamo riso di gusto, in diverse occasioni ho pensato "ecco questo è uno dei momenti più felici della mia vita".
Bene, iniziamo la giornata con una bella colazione. Poi una cosa alla volta, senza fretta. Io mi dedico a caricare la macchina, valigie, borsoni, e soprattutto bici ed accessori. Silvia sistema il carro, i bagagli e vigila sui bimbi. Mari Fra e Luca giocano. Trovano anche un'auto a pedali biposto dove Marianna un innegabile talento alla guida. Quando e tutto è sistemato usciamo diretti all'alimentari del paese, loro ci vengono in "auto".
Il negozietto è piccolo, molto semplice, da paese, con le poche cose che servono, la signora alla cassa è simpatica, non parla inglese ma ci dice che anche lei ha tre bimbi, due femmine e un maschio. O almeno questo è quello che pensiamo di aver capito.
Tornati al Ferienhof Stark siamo infine pronti per partire, in macchina, per le avventure di oggi. La meta è Riedenburg, da cui siamo passati due giorni fa ed in particolare due esperienze: Falkenof e Altmuehlbob.
Falkenof è un castello giusto sopra Riedenburg che ospita una certo numero di rapaci e soprattutto dove due volte al giorno degli spettacoli dimostrativi. Sono io che guardo sul volantino di Falkenof gli orari degli spettacoli. Ce n'è uno al mattino e uno al pomeriggio. Quello del mattino è troppo presto, quello del pomeriggio leggo ore 17.00, ottimo puntiamo a quello.
Altmuehlbob è una pista di bob su rotaia, lunga circa 1Km, installata su un versante scosceso. Non abbiamo mai provato nulla del genere, oggi si inizia da li.

Arrivati alla pista ci informiamo su come funziona e sui prezzi. Le slitte sono biposto, per poter scendere da soli occorre avere almeno 8 anni, se hai 8 anni sei autorizzato ad accompagnare qualcuno più piccolo di te, anche Luca può scendere. Prendiamo un blocchetto di 10 discese. La prima discesa: Mari da solo, io e Luca, Silvia e Francesca. La discesa è divertente, anche se, vola via in un attimo, soprattutto se eviti di frenare. Seconda discesa: Marianna e Francesca, Silvia e Luca, Davide. Marianna comanda i freni e Franci si tiene, scendono a tutta birra, si divertono. Terza discesa: Marianna e Francesca, Davide. Silvia e Luca stanno a terra per finiti biglietti e perchè in fondo basta cosi. Concluse le nostre discese ci fermiamo all'attrezzato parchetto giochi con area sabbia annesso alla struttura, intanto arriva ora di pranzo e facciamo pic-nic.

Poco distante al di là della strada c'è il parcheggio che porta ad un piccolo laghetto, ci spostiamo li. C'è diversa gente che fa il bagno e prende il sole, ci uniamo a loro. O meglio, Luca si addormenta, io vado a recuperare i cosutumi e poi gli faccio compagnia, Silvia Mari e Fra fanno il bagno. Erano già uscite dall'acqua quando Silvia torna dicendomi "ho perso 10 anni di vita, mi tremano ancora le gambe". Io vedo che siamo tutti li, anche Mari e Fra, quindi ascolto tranquillo. La dinamica più o meno è stata questa: Silvia e Francesca sul pontile con l'asciugamano, ad un certo punto Franci si alza per stendere meglio l'asciugamano, ed è un attimo Silvia non fa a tempo a dirle che è troppo vicino al bordo e Francesca cade in acqua. Non si fa assolutamente nulla, giusto un gran spavento, dopo tutto c'erano anche delle rocce non troppo lontane. Dei brividi ci scorrono per la schiena a pensare quanto poco ci vuole a volte, e non perchè ci distraiamo, ma perchè alla fine semplicemente a volte può capitare. Ringraziamo che alla fine non è accaduto nulla e ci concentriamo che sia tutti insieme e che ci aspetta ancora il resto della giornata.

Consulto l'orologio e c'è tempo anche per fare merenda poi ci sistemiamo e torniamo alla macchina per raggiungere il castello di Falkenhof. Arrivati al parcheggio posto poco sotto al castello vediamo andar via una famiglia con bimbi, e già mi si insinua il dubbio. Raggiunto l'ingresso c'è la conferma, lo spettacolo era alle 15.00 non alle 17.00. Io avevo letto mal sul volantino, o non so, ho letto 15 e la mia mente ha tradotto cinque, chi può saperlo. Sono le 15.50: di sicuro abbiamo perso lo spettacolo, la delusione di Mari e Fra è molta, ma anche io ci rimango male, oltretutto è stato un mio sbaglio. Entriamo ugualmente nel castello, possiamo ugualmente vedere il rapaci ognuno sul suo trespolo, ma certo non in volo. Visitiamo anche alcune stanze dove si trovano una collezione di animali imbalsamati. Doveva essere l'evento conclusione della vacanza e l'abbiamo mancato, ma forza, dobbiamo solo essere contenti di quanto vissuto in questi giorni ed anche oggi, prendersela solo perchè manca la ciliegina sulla torta, perchè qualcosa non va come avremmo desiderato non è giusto. E' il discorso che dobbiamo fare a Mari e Fra, per far terminare le lamentazioni. Facendoci aiutare anche da una promessa: i falchi li vedremo un'altra volta, quando torniamo a casa organizziamo una giornata al bioparco ZOOM di Torino.
C'è un'ultima cosa che ci resta da fare prima tornare a casa: i Brezel! Ritorniamo dal panettiere di Riedemburg dove eravamo stati due giorni fa: cono gelato per Fra, due fette di torta per Mari e Luca e Brezel per tutti.

Bene, sono praticamente le 18.00 è ora di metterci sulla strada del ritorno.
Verso le 19.00 ci fermiamo per la cena. Sul navigatore individuo un paesello(Worthsee) su un piccolo lago  molto vicino all'autostrada, usciamo e cerchiamo un posticino. Non immediatamente ma lo troviamo: Raabe am See, un posto semplice sulla riva del lago, da cui partono lunghe passerelle di legno sull'acqua. Abbiamo mangiato all'aperto un po' guardando il lago e i colori del tramonto e un pò la partita: Germania-Francia. Sul tavolo: succo di mela Bio, molto buono, una Radler, niente Birra. Piatti a sorpresa, sono arrivati dei filetti di pesce praticamente crudi, affumicati forse, con salsa maionese e fettine di mela. Dopo tutto non male.
Bene la Germania ha vinto, auguri per il proseguimento del mondiale. Noi salutiamo e torniamo a casa.






giovedì 3 luglio 2014

Giorno 8

Anche questa mattina niente sveglia. Le previsioni davano sole, ma quel vediamo usciti dal nostro carro è solo un gran nebbione. Tra gli obiettivi di oggi tornare a prendere la macchina e visitare Weltemburg in barca. Ma il come non è per niente chiaro. Andare a prendere la barca significa 4km in direzione Keleim, la stazione ancora non ho guardato dov'è.
Non abbiamo fretta di avere un piano, cominciamo dunque con la solita buona colazione. A colazione conosciamo la mamma di casa (il giorno prima ci avevano accolto padre e figlio). Parla un inglese semplice, ci si capisce bene, inoltre è molto disponibile. Appena capite le nostre esigenze è andata a cercare e stampare gli orari dell'autobus per Kelheim, e del treno per Weissemburg. Mi ha poi indicato dove si trova la stazione ferroviaria, in direzione opposta al centro di Kelheim e a suo dire non molto semplice da raggiungere in bicicletta, se voglio suo marito è disponibile a darmi un passaggio in macchina. Come rifiutare un offerta cosi? Direi che ancora una volta il programma si è fatto da solo. Finisco al volo la colazione e poi vado subito a prendere il treno, se non ci sono intoppi per le 14.00 dovrei essere già di ritorno. Cosi nel pomeriggio avremo il tempo di andare a fare il nostro giretto in barca usando la macchina per arrivare al luogo dell'imbarco.
La signora ci racconta inoltre un simpatico aneddoto sulle nostre valigie, ieri abbiamo seriamente rischiato di rimanere senza. Ieri mattina all'albergo dove le avevamo lasciate è passato per qualche motivo il servizio postale ed erroneamente ha prelevato anche le nostre valigie, quando l'omino dell'agenzia trasporto valigie è passato nel pomeriggio a prendere non le ha dunque trovate. Per fortuna la signora dell'albergo è riuscita a ricostruire cos'era successo e chiamare il servizio postale. L'omino dell'agenzia aveva però il suo giro da rispettare e non poteva aspettare che le nostre valigie tornassero indietro. Cosi infine quando le valigie sono ricomparse la signora dell'albergo ha preso la sua macchina e ce le ha portate sino a qui. Tutto bene quel che finisce bene, e tutto senza nemmeno saperlo.
Ma torniamo al mio viaggio verso il recupero dell'auto. La stazione è un po' desolata, erba incolta tra i binari, non molto curata insomma. Non c'è la biglietteria, solo una cassa self. Che però ha la traduzione in italiano. Mi fa scegliere ora e tipologia del biglietto, quello non trasferibile costa meno, preso: 23euro. Stampato, preso, sopra solo scritte in tedesco, nei dettagli non c'è nè la citta di partenza nè quella di arrivo. C'è però una riga bianca, con sotto scritto "nome e cognome". Intuisco che lo devo siglare con il mio nome e cognome, ne sono praticamente certo. Ma non ho una penna. L'ufficio del capostazione è aperto, provo a vedere se qualcuno parla inglese, nessuno. Mi faccio capire come posso, mi fanno vedere un giornale con la scritta Beerof e mi danno una penna. Firmo e ringrazio. Il treno arriva, un paio di minuti di ritardo.
In due ore e mezzo di viaggio e un cambio arrivo a destinzione: Weissemburg.
La macchina è li dove l'avevo lasciata, solo forse un po' più sporca. Bene si torna, mi staranno aspettando. In un ora e mezza ci sono. Li trovo tutti in costume, il sole picchiava, ed erano riusciti a fare anche una pucciatina in piscina, non un vero bagno data la temperatura piuttosto fresca dell'acqua.

Il tempo di organizzarci, e questa volta in auto, siamo partiti alla volta del molo di Kelheim dove partono le barche per l'abbazzia di Weltemburg. Luca nel suo carrellino ha fatto tutto il viaggio di andata in barca dormendo. Il tratto di Danubio percorso era molto suggestivo, il fiume si faceva strada tra spettacolari rocce di antiche ere geologiche. Attraccati a Weltemburg ci siamo concessi un po' di spiaggia, ebbene sì, la spiaggetta era molto invitante e molte persone si tuffavano nel Danubio per fare il bagno.

Noi non eravamo attrezzati con costumi, ma Mari e Fra in mutande sono comunque entrate in acqua quanto possibile. Prima di riprendere la barca un giretto nel cortile interno, una visita alla chiesa e alla libreria religiosa dove abbiamo acquistato una scatola di sei bottiglie della famosa birra Kloster, dal colore nero.
Sul viaggio di andata erano rimasti due brezel e li avevamo comprati e mangiati noi, sul viaggio di ritorno appena saliti abbiamo notato che al banco bar erano avanzati solo due brezel: presi subito!
Prima di tornare al nostro carro roulotte avevamo una missione: compriamo qualcosa per la cena, in via eccezzionale cuciniamo! Il menù è stato: pasta al pesto con contorno di patate al forno confezionate (giusto per non illudere troppo il palato con sapori nostrani).
Silvia ha dunque cucinato: la pasta era proprio buona.
Buona notte squadra, domani si torna a casa.


mercoledì 2 luglio 2014

Giorno 7

Oggi le previsioni danno nuvoloso ma niente pioggia, bene, oggi potrebbe essere la tappa più lunga oltre che essere l'ultima. Partiamo con una abbondante dormita, quando ci alziamo dal letto sono già le 8.45. Non abbiamo mai usato una sveglia in questo viaggio e mai fatto programmi con orari da rispettare, sempre all'ascolto di quel che succede e delle possibilità che incontriamo. Credo sia stato un buon allenamento per tutti e soprattutto per Marianna che ha l'abitudine di voler aver sempre chiaro il programma delle cose da fare. A colazione ci portano anche della carta stagnola dicendoci di fare dei panini per i bambini... Silvia questa mattina ha così anche l'autorizzazione ufficiale.
Tra colazione e preparazione bici e valigie arrivano le 11, si parte! Tempo di uscire dalla città e subito una bella salita, forza, forza,...le soste oggi mi sembrano più numerose del solito, in salita ovviamente si scende, poi c'è la felpa da mettere, il ciuccio che cade, un sorso d'acqua dalla borraccia, la felpa da togliere, la spiga di grano da dare al Luca... Il percorso di oggi è differente da quello degli altri giorni, il piccolo fiume altmuhl che stavamo seguendo si è gettato nel main donau canal un grosso canale per la navigazione. Anche i campi di grano ci hanno abbandonato la valle si è fatta più stretta, e la ciclabile anche se quasi sembre ben separata dalla strada ne segue più o meno il percorso, insomma spesso si sente il rumore delle macchine che passano non molto distanti.
Dall'altra parte del canale sembra esserci un'altra ciclabile, ma le frecce verdi ci dicono di stare sul lato sinistro e noi seguiamo il suggerimento, su questo lato la pista è sicuramente più battuta e piana. É da poco passato mezzogiorno e già viene fame, incontriamo un accampamento preistorico ricostruito ( un po' trasandato a dir la verità) e ci fermiamo dunque per un antipasto. Alla ripartenza Franci decide che non ha più voglia di pedalare da sola, vada per il tubo, con il tubo potrebbe fare anche 100km al giorno.... Altre soste: la famiglia di cigni, il ciuccio che cade, poi pensiamo che forse il ciuccio è meglio legarlo al cordino della felpa. Attraversiamo una diga di quelle che servono a far passare le barche da un canale alto ad uno più basso, prometto a Francesca che sera le avrei spiegato con un disegno come fanno a sollevare le barche.
Giungiamo a Riedemburg sosta pranzo. Lasciamo le bici sulla ciclabile accanto al canale e saliamo in paese. Entriamo nel ufficio informazioni turistiche dove i bimbi si perdono subito nel baule dei giochi. Non ci sono market in paese, solo bar, panifici etc, chiediamo anche informazioni sul castello di Prunn che avremmo incontrato da li a poco, per raggiungerlo c'è una salita impegnativa di almeno un'ora a piedi. Per pranzo alla fine la scelta cade su un panificio/pasticceria. Una fetta di torta alle fragole per Mari, una alle fragole e mirtilli per Franci, una a lamponi e frutti di bosco per Luca e Silvia, 4 brezel.
Ora abbia gli zuccheri necessari per ripartire, avremmo anche la possibilità di prendere il battello ed arrivare direttamente a Kelheim, ma abbiamo tempo decidiamo di continuare a pedalare. Facciamo circa 500mt e subito è sosta parchetto giochi. Sono tutti e tre molto appassionati di scivoli, altalene, castelli su cui arrampicarsi... Ad un certo punto Silvia mi riporta il mio cellulare, una delle mamme lì al parchetto lo ha trovato per terra e ce lo ha riportato. Mi deve essere caduto mentre mi dondolavo sul cestino con il Luca. Mi è andata bene. 
Ripartiamo e dopo poco Luca si addormenta, passiamo sotto al castello di Prunn e senza esitazione proseguiamo, la salita ora no. Arriviamo ad Essing è l'ultima fermata del battello che porta a Keleim, vediamo però che il cartello verde dice che mancano solo 7 km, non ci pensiamo più di tanto e proseguiamo.
Passiamo sotto un caratteristico ponte pedonale che attraversa il canale, a Marianna scappa la cacca, così facciamo sosta. Io Luca e Francesca attraversiamo il ponte a piedi, poi anche Silvia e Marianna ci raggiungono. Franci si lancia in scatti di corsa sul ponte, il piede le si incastra tra le assi e fa un bel volo, ecco la sbucciata quotidiana, un motivo in più per rimanere attaccati al tubo.
Finalmente arriviamo a Kelheim. Accendo il navigatore e guardo quanto manca all'albergo: 4,5km, si trova dall'altra parte della città. Forza oggi facciamo il record della tappa più lunga. 
Il percorso ci fa passare un paio di volte da una parte all'altra del canale poi abbiamo la sensazione di uscire dall'abitato e inoltrarci verso una zona industriale con imponenti ciminiere, ma il navigatore ci rassicura, è la strada giusta. La strada sembra non finire mai, dopo un rettilineo c'è un altro rettilineo, io baro un po' al rispondere al quanto manca, 2km, 1km... Ma Marianna regge bene sa che in un modo o nell'altro non manca molto e continua a pedalare. Anche Luca è molto bravo, sul seggiolino dietro la sua mamma. E cosa dire di Silvia che con carrellino e seggiolino ha la bici più pesante di tutti?
Incontriamo a bordo strada un gregge di pecore e accanto un cartello "stark ferienhoffer 500mt" questa volta ci siamo davvero. Un'ultima ripida discesa sulla sinistra e vediamo la nostra meta in fondo alla via. Ce l'abbiamo fatta! Ed oggi sono stati 41km, è record! Ci regaliamo un bel "batti un cinque", "bravi tutti!". All'ingresso ad accoglierci una barca dei pirati di importanti dimensioni. Non facciamo tempo a scendere dalle biciclette che Mari Fra e Luca sono già a giocare sulla barca a piedi nudi sulla sabbia. Probabilmente i più stanchi siamo noi, io di sicuro. Escono i proprietari ad accoglierci, ci mostrano il nostro carro roulotte, le nostre valigie, gli altri spazi della fattoria. Che bello essere arrivati, abbiamo raggiunto la meta.
Per l'ultima volta assolgo il mio compito di fine giornata: parcheggio le bici, le controllo, scarico e sistemo il carrellino. Il ricovero bici è spazioso ed accessibile con una rampa, niente spazi angusti, rampe di scale etc, come spesso nei primi alberghi è capitato.
L'alloggio per la notte è molto caratteristico, un carro in legno autocostruito, coibentato e arredato finemente. All'interno ci hanno sistemato lo spazio con un un enorme materasso circa 2x4 metri, più un secondo materasso su un soppalco 2x1. Il carro non è grande ma sta notte si dorme larghi. Nello spazio rimanete un angolo cucina e addirittura una stufetta a legna (che credo proprio non accenderemo).
Oltre allo spazio giochi "nave dei pirati", ci sono molte altre attrazioni per bambini: animali (asino, pony, caprette, conigli), piccola piscina all'aperto, un salta salta, una ricca selezione di trattori giocattolo (per la gioia di Luca) e macchine a pedali. Insomma ne è valsa la pena far qualche chilometro in più ed arrivare fin qui.
Quello che manca è il servizio ristorante, quindi per mangiare facciamo quattro passi e a poca distanza raggiungiamo quello che sembra l'unico locale del piccolo borgo.
Il proprietario baffuto e simpatico non parla inglese, ma si fa capire parlando in tedesco con convinzione. Ordiniamo al solito al buio, ma su consiglio dell'oste prendiamo solo tre piatti di cui una snizel e due a sorpresa. I due piatti a sorpresa si rivelano un abbondante brasato e un enorme stinco. C'è da mangiare per un reggimento, ci impegnamo per quanto possibile, ma non siamo riusciti infine a non avanzare un po' di stinco. Quando è troppo è troppo.
Quando torneremo a casa per una settimana al meno solo pasta, promesso.
Tornati al nostro alloggio ci facciamo io e Marianna entriamo quasi subito nel carro, Franci Luca e Silvia stanno fino all'ultimo a giocare sulla barca. Io sono proprio cotto ed anche con qualche linea di febbre, Silvia invece regge bene e con i bimbi pensa a tutto lei, infine ci addormentiamo stanchissimi.

martedì 1 luglio 2014

Giorno 6

La notte tirolese è passata con profonde dormite, Luca al solito per le sette dà la sveglia. Io e Silvia ci alziamo e inizia a sistemare. Arrivano le 8.00 e Francesca fa un po' più farica del solito ad alzarsi al infine c'è la facciamo. Colazione dunque: uovo, kiwi, nutella, i soliti affettati e formaggio.... Chiedo all'albergatore informazioni sul castello: non si può visitare, è di un privato un uomo d'affari di Brema. Attaccato però c'è un piccolo museo sul limes romano. Me lo racconta però con poca enfasi, quanto basta per convincerci che non ne vale la pena.

Prima di partire entriamo comunque nel vicino ufficio informazioni, in realtà e il municipio e all'ingresso sentendoci parlare ci saluta in italiano una ragazza africana. Chiacchieriamo un po', ha vissuto a Parma, da un anno vive qui in Germania, ha una bimba piccola di pochi mesi per questo non lavora ora ma conta che presto troverà qualcosa, qui in Germania è più semplice che in Italia, anche se l'italiano come lingua è molto difficile di questo tedesco! Marianna mi chiede se la conosciamo... La salutiamo e torniamo alle nostre bici, si parte!
Tempo nemmeno 500metri che vediamo un noleggio canoe, io è Franci è un paio di giorni che diciamo ci piacerebbe... Vado dunque a raccogliere informazioni. Trovo un ragazzo ma non parla inglese, mi spiega a gesti e mi dà un volantino e un numero di telefono, il mio capo parla inglese. Ok, ad ogni modo capisco il fiume si percorre in una sola direzione, che ovviamente è quella della corrente. Si sale sulla canoa e dopo un po' qualcuno di ti viene a riprendere con un furgoncino nel punto prestabilito. Il tour più breve dura in tutto 3 ore. Racconto il tutto a Silvia ma in breve concordiamo che non è una cosa alla nostra portata, tenete Luca per quasi due ore su una canoa non ci sembra possibile. Francesca rimane un po' contrariata ma le spieghiamo che non sempre tutto quello che ci piacerebbe fare si può fare. Insiste un poco ma poi capisce. Anche io rimango un po' dispiaciuto, ma con un po' di senso della realtà anche io capisco. Proseguiamo dunque. La giornata è bella, le previsioni davano sole, in realtà qualche nuvola c'è ma non sufficiente per minacciare pioggia.
Anche oggi i paesaggi sono molto belli, campi, rocce e paeselli. Al primo paesello facciamo sosta supermarket. Gelati per la Franci, patatine, banane ed brezel, i primi che mangiamo, Luca intanto dorme. La strada continua piuttosto pianeggiante anche se qualche piccola salitella qua è là non manca, e ci rallenta un po' il ritmo, non che questo sia un problema.
Arriviamo ad un grazioso laghetto con un invitante prato attrezzato a contorno, ci fermiamo a mangiare. Si rivela una sosta piuttosto lunga e piacevole. Diamo da mangiare alle paperelle, mangiamo quel che abbiamo, ci sdraiamo sul prato, giochiamo nel campetto giochi, sul tronco su e giu, sul disco gira gira... Non abbiamo impegni ci possiamo prendere tutto il tempo che vogliamo.

Luca non avrebbe più voluto ripartire ma infine ci rimettiamo in sella. Tempo di superare il laghetto ed incontriamo un nuovo attraente campetto gioco, ci fermiamo di nuovo. Questa volta solo una piccola sosta. Tempo altri 500mt e incontriamo un nuovo campo gioco, eh no questa volta tiriamo diritto :-)

Pedalando tra i campi faccio ampie considerazioni su quanto siano belli questi posti... Marianna è d'accordo ma nello stesso tempo mi ricorda quanto anche da noi sia bello. Poi ci pensa un po' e mi dice "certo che tu papà non guardi molto in giro, sei sempre al lavoro davanti al computer, beh tranne al sabato e alla domenica, e in vacanza... E quando vai a Bari..."
"Mi piace chiacchierare" dice Marianna "c'è sempre qualcosa da dire" e più parla, più pedala.
Francesca invece quando parte a pedalare è di poche parole fa girare le sue gambette e via che supera tutti.
La metà di oggi è Ditfurt, paesello simpatico e non molto grande, ad accoglierci all'albergo troviamo un cordiale signore baffuto in tipico vestito bavarese, ci indica il garage dove portare le biciclette, ci mostra dove sono le nostre valigie e la nostra camera. Nel garage ci sono anche delle gabbie con un coniglietto e dei criceti, Mari Fra e Luca sono subito li. Sono solo le cinque, così ci sistemiamo e usciamo a fare quattro passi, nell'arrivare all'albergo avevamo notato un altro percorso per i piedi.

Come non provarlo? A piedi nudi su tronchi, pigne, sassi, muschio, sabbia, acqua gelida... Dopo un primo giro tutti insieme Mari e Fra ripartono a ciclo continuo. Ad un certo punto si aggiunge una bimba più o meno della loro età che abita lì vicino, che abita li vicino lo deduciamo dal fatto che arriva a piedi scalzi. Si mettono a giocare insieme, provano anche a capirsi ognuna parlando nella propria lingua, quanto basta per intendersi e divertirsi. E' un quartiere molto tranquillo se una bimba di 8 anni esce da sola scalza per raggiungere delle bimbe viste dalla finestra di casa.
Torniamo all'albergo, è giunta ora di cena... Solita birra, e questa volta per le bimbe succo di mela. Poi solita carne e soliti spatzle... Quando torniamo a casa per un mese niente carne e niente birra...
Nel dopo cena usciamo a passeggiare per il centro, piccolo e tranquillo, mari e fra si mettono a giocare a ce l'hai... Franci cade e si sbuccia un dito e il gomito. Nulla di grave, è ora di andare a letto. 

lunedì 30 giugno 2014

Giorno 5

Ieri doveva essere il giorno dei fossili ed invece è stato il giorno della pioggia, oggi possiamo avere la nostra ultima possibilità, a Eichstatt si trova una cava, l'ultima di quelle che incontreremo sul nostro tragitto. Al buon giorno apriamo le tende, non piove ma le nuvole non promettono nulla di buono, guardiamo le previsioni e danno tempo incerto con piogge deboli. Studiamo la cartina: la cava sembra essere a 4km dal nostro albergo, ma in direzione opposta a quella verso cui dovremo poi proseguire. La tappa di oggi dovrebbe essere di 26km, aggiungerne 8 sarebbe impegnativo ma non impossibile, ad avere però la certezza di non prendere acqua. Ci pensa Marianna a togliere ogni dubbio "io indietro non ritorno!" Ok ci sembra una presa di posizione ragionevole. Scendiamo a far colazione, poi vedremo.
Un bell'uovo fresco da preparare nel bolliuovo ci aiuterà a prendere per il verso giusto la giornata. Silvia ha un'idea "e se ci fosse un pullman per arrivare alla cava?". Io penso che no, non ci sarà ma chiedo ugualmente al ragazzo della reception, che fortunatamente parla un buon inglese. Il pullman c'è si dovrebbe arrivare piuttosto vicino alla cava e si dovrebbe prendere all'incrocio poco fuori l'albergo. La voglia di cercare i fossili ci carica, ci sembra un buon piano, lasciamo le bici qui, si va in autobus, si trovano i fossili, si torna sempre in autobus a riprendere le bici. Marianna è d'accordo, Franci non vede l'ora di spaccare pietre. Proviamoci. Laviamo i denti prepariamo le valigie da lasciare per l'omino che ce le porterà alla nostra prossima tappa e usciamo a cercare la fermata giusta dell'autobus. Studio lo schema colorato delle linee automobilistiche, nessuno porta a Blumenberg, dove si trova la cava, mi convinco che la linea verde è quella che ci porta più vicino, a circa 2km... Ok proviamo a prendere quella. Aspettiamo, arriva l'autobus e salendo dico all'autista "bluumenberg'. Lui con fare diciso mi fa capire "questo autobus sbagliato, scendete e aspettate sempre qui quello giusto". Obbediamo e una volta scesi chiediamo aiuto ad una signora che sta alla fermata, non parla inglese, ma fortunatamente lo parla un'altra signora che in quel momento sta passando vicino a noi. Ci riporta al cartello degli autobus e ci indica quello giusto (indicato su un cartello che io non avevo preso in considerazione). Passerà alle 11.20, tra un'ora. Ok troviamo come occupare il tempo, giusto per entriamo in un negozio di scarpe sportive, quando 5minuti dopo usciamo sta piovendo! Accidenti... Quanto meno non abbiamo preso le biciclette. Ci infiliamo in un piccolo supermercato, patatine, banane, frutta secca... La proprietaria parla italiano, ci dice che il marito è italiano. In questa regione devono esserci molti italiani, quanto meno lo si vede dai nomi dei negozi... Usciti dal supermercato ha già smesso di piovere, meno male. Ci viene il dubbio se insistere con la cava, entriamo nell'ufficio informazioni: vicino alla cava c'è un museo (al chiuso ovviamente) ma al lunedì apre alle 13.30, l'ultimo autobus utile per tornare indietro passa invece alle 14.00. I dubbi se andare ugualmente rimangono... Silvia si sbilancia "andiamo! Mal che vada facciamo un giro in pullman". Alle 11.20 dunque saliamo sull'autobus, si esce dall'abitato e ci si inerpica su per una ripida collina. In bici qui non c'è l'avremmo mai fatta. Scendiamo a Blumenberg, attraversiamo la strada e a 30metri c'è un grosso dinosauro: è la nostra cava ed è anche aperta!
 
C'è grande soddisfazione. Ci accoglie una simpatica signora che parla un inglese semplice e chiaro. Con 8euro biglietto famiglia avremo accesso alla cava, il noleggio di due martellie e due scalpelli e una spiegazione introduttiva su come cercare i fossili. La signora è molto brava nel raccontarci le poche cose che serve sapere. Non scendete troppo in fondo alla cava, li i fossili non si trovano; non adatte troppo vicino alle pareti laterali potrebbero essere pericolose; cercate le lastre che abbiano almeno due strati, con martello e scalpello le dovete aprire. Questa cava è famosa per i fossili degli antenati delle attuali stelle marine, tipicamente hanno dieci braccia e al centro del corpo hanno un piccolo brillante che luccica alla luce del sole. Più rari invece potreste trovare delle ammoniti, la loro conchiglia con la porta che usavano per chiuderla, e forme strane di cacca preistorica. Quello che invece vi sembrano fossili di piante sono invece l'azione di acqua e minerali, le ramifizazioni nere sono manganese, quelle rosse sono ferro.
Ok siamo pronti si parte, prendiamo una cassetta e scendiamo in cava. Silvia tiene d'occhio Luca ed aiuta Marianna ed io mi fiondo invece sulle pietre con Francesca. Apriamo la prima, nulla, la seconda nulla, la terza, niente, spiego a Francesca che dopo tutto non è poi così facile trovare dei fossili, apriamo una quarta pietra ed eccole le stelle marine preistoriche, piccoline ma con il loro brillante al centro, evviva abbiamo trovato dei fossili! Poco dopo anche Marianna esulta ecco altre stelle marine. Non facciamo in tempo ad organizzarci su come proseguire che arrivano le prime gocce di pioggia, ormai lo sappiamo che rischiamo di aver poco tempo, Silvia comincia a risalire con Luca, io con Mari e Fra raccogliamo un po' di pietre che ci ispirano fiducia e li raggiungiamo.
Per fortuna c'è un piccolo riparo con dei tavolo da picnic, la signora ci dà anche delle pelli di pecora per riscaldarci nel frattempo inizia un poderoso scroscio di pioggia, acqua a volontà, ancora una volta per fortuna non stiamo pedalando. Ne e approfittiamo per mangiare qualcosina, e spaccare le pietre raccolte, ed ecco altre stelle marine. Infine smette di piovere, ma non solo, arriva anche il sole. Torniamo in cava, io e Marianna spacchiamo una buona quantità di petre, Silvia, Luca e Francesca scoprono che la terra è diventata creta modellabile e si mettono a creare forme, polpette etc...
L'ora di riprendere il pullman arriva in fretta, risaliamo ci ripuliamo per quanto possibile, incartiamo i fossili trovati, salutiamo la signora e via si ritorna alle bici. Alle 14.30 siamo operativi fuori dall'albergo pronti per iniziare la tappa. Tempo pochi minuti ed inizia a gocciolare, uffa mettiamoci i k-way, Luca vai dentro nel carrellino. Per fortuna però questa volta è solo una finta e non è nemmeno sufficiente per bagnarci. Anzi ad un certo punto arriva anche il sole. Il percorso è molto bello, sempre immerso nella natura, tra campi di grano, campi di trifoglio e papaveri. Verso le 16.00 ci fermiamo per la merenda, l'occasione è data da alcuni alberi di amarene a bordo strada. Come dice Francesca le amarene sono buone ma se non ne mangi tante. Il luogo della nostra sosta ci offre anche una parete di roccia piuttosto suggestiva e un sentierino per arrivare in cima. Saliamo io Franci e Mari, salutiamo Silvia e Luca appena svegliato e ci facciamo una bellissima foto.
Ok dai si riparte. Il tempo regge oggi si arriva asciutti, anche Francesca regge, ed oggi riuscirà a concludere la tappa senza nemmeno attaccarsi una volta al tubo.
La nostra metà di oggi è un piccolo paesello, il nostro albergo sta nella piazzetta principale sovrastata da un caratteristico castello. L'albergo è rosso, tirolese e chiuso. Ma davanti alla porta c'è una lavagna con delle scritte in tedesco che terminano con un numero di telefono. Questa volta però non c'è scritto il mio nome e la cosa mi rassicura. Chiedo informazioni ad un vicino che fortunatamente parla inglese, mi traduce il cartello: caro ospite quando arrivi per favore chiama questo numero. Silvia sorride "io l'avevo già capito". Dopo 5 minuti arriva l'albergatore che ci accoglie e ci mostra la stanza, una doppia stanza in arredo tipico tirolese, due letti matrimoniali di cui uno a baldacchino e una culletta per Luca. 
Marianna guarda il letto a baldacchino e dice: io qui non ci dormo! "Tranquilla Mari qui ci dormiamo io e la mamma.

domenica 29 giugno 2014

Giorno 4

Parola chiave della giornata: pioggia.
Ci alziamo come al solito per le 8.00 e fuori dalla finesta si vede in maniera inequivocabile che piove. Scendiamo per la solita abbondante colazione, ma intanto la pioggia non smette, è debole ma costante.
Ci rassegnamo: oggi dobbiamo pedalare sotto la pioggia ma soprattutto dobbiamo rinunciare ai fossili, aprire pietre sotto l'acqua non si può fare, e pensare che c'era una cava proprio a pochi metri dall'albergo.
Ci attrezziamo con il vestiario, k-way per tutti, per me e Silvia anche pantaloni impermeabili, per Mari e Fra pantaloncini corti, meglio gambe bagnate che pantaloni bagnati.
La strategia è la seguente, dal prossimo albergo ci separano 'solo' 26km, li facciamo tutti di fila e vediamo di arrivare il prima possibile. 
Alle 10.20 siamo pronti, partiamo. Francesca da subito attaccata al tubo, dobbiamo cercare di tenere un buon ritmo senza troppe soste. Luca si convince di stare nel suo carrellino all'asciutto anche se fosse stato per lui si sarebbe messo sul seggiolino. Pedaliamo sotto la pioggia, all'inizio dà più fastidio poi man mano ci si abitua e a tratti è anche piacevole. 
Luca ad un certo punto inizia a lamentarsi e così ci fermiamo per fornirgli il suo pacchettino di fonzie quotidiano. Nel mentre si ferma un ciclista proveniente dalla direzione opposta alla nostra "there is a tree on the path, you need to enter in a muddy field to procede, i think you can manage...". Bene non ci sono strade alternative, proseguiamo, ma almeno lo sappiamo con anticipo... "Papà Cosa ha detto il signore?" Chiede Marianna "dice che incontreremo un imprevisto, c'è un albero in mezzo alla strada" "come ha fatto a crescere un albero in mezzo alla strada?" "Ma no... Un albero è caduto in mezzo alla strada..." "E con tutte le persone che ci sono qui nessuno lo ha ancora tolto?"

Proseguiamo continuamente distratti da uno spropositato numero di lumache con tanto di guscio, c'è n'è sono a manciate ai bordi delle strade e diverse proprio sulla strada che per non schiacciarle occorre impegnarsi. Francesca è colta da visibile entusiasmo e non perde occasione per raccogliere lumache e dargli un passaggio in bicilcletta sino a quando non iniziano troppo a sbavare.
Dopo poco l'albero compare davvero, Silvia che era in testa al gruppo non perde tempo e senza pensarci due volte si fionda con bici e carrellino in mezzo al campo di granoturco per superare l'albero e riguadagnare il tracciato corretto. Marianna io e Francesca seguiamo di conseguenza, dopo tutto non è stato così difficile ma scarpe, ruote, bici, gambe etc... Sono ora piene di fango, ci mancava, la pioggia era troppo poco. Riprendiamo a pedalare, "Marianna sei proprio sporca" dico io, "chissà io che prendo tutti gli schizzi della tua bicicletta" dice ridendo Francesca.
Ad un certo punto poi ci accorgiamo che non piove più, ed è una piacevole scoperta. Ci togliamo i k-way, ci concediamo qualche sosta in più... Francesca decide di pedalare da sola e la stacco dal tubo. Il percorso diventa se si può dire rilassante, sino a quando iniziano le salite, nulla di ripido, ma pur sempre salite e discese, su e giù, il ritmo cala e la fatica aumenta. Marianna inizia a raccontarmi di Violetta, chi sono i personaggi, che dopo tutto è come un cartone, vale la pena vederlo qualche volta... Parla a macchinetta e intanto si dimentica che sta pedalando in salita, meglio così.
Avevamo ipotizzato di arrivare per l'una ma tutte le salite incontrate ci hanno rallentato, è l'una e non vediamo ancora la meta. Proseguiamo riattaccando la Francesca al tubo.
Compaiono nuove goccioline di pioggia, incontriamo il cartello verde che ci dice 5km a eichstatt, le gocce di pioggia si ingrandiscono, ed è subito acquazzone di quelli che fanno quasi male le gocce che ti arrivano addosso. Se trovate un riparo fermiamoci, ma non c'è proprio nulla, siamo in mezzo ai campi, avanti avanti go go go... Poi finalmente un albero sufficientemente grande da fare un po' di riparo. Attendiamo che passi la pioggia scatenata, quando torna semplicemente energica proseguiamo, ormai manca poco. Francesca per gli ultimi 3km continua a ripetere "sono congelata, sono congelata,..." Ma nel frattempo ride. Entriamo in città, strade ciottolate giusto per agevolare la pedalata. Francesca con il tubo è un po' storta freno e mi fermo per raddrizzarla, Marianna è dietro di me e non fa a tempo a frenare, vola a terra. Nulla di grave, andavamo piano, ma mi viene anche da riprenderla "come hai fatto a non frenare?" Ok scusa Marianna, dai che siamo quasi arrivati, proseguiamo. E questa volta siamo davvero arrivati. Il trompete, il nostro alloggio è davanti a noi.
Ci danno la stanza, le nostre valigie non sono ancora arrivate, ma un cambio ce l'abbiamo e via tutti sotto la doccia calda. E per rilassarci un bel cartone animato la valle dei dinosauri in tedesco sgranocchiando le poche provviste rimaste, oggi non ci siamo nemmeno fermati per pranzare.
Per le quattro ormai non piove più e siamo pronti ad uscire a far quattro passi e cercare un gelato. Facciamo per uscire ed arrivano le nostre valigie, ci cambiamo di nuovo. 
Oggi è domenica, tutti i negozi sono chiusi, salvo ovviamente le gelateria, ci fermiamo alla prima che incontriamo: cono per Franci, coppetta per Luca e torta per i restanti.
Facciamo tempo a finir merenda che riprende a piovigginare, ok per oggi di pioggia ne abbiamo presa a sufficienza, torniamo in stanza.
Per cena si mangia in albergo, solito ordiene al buio, ma nel menù bimbi ci sono anche gli spaghetti, ne prendiamo due piatti, non sono male, cotti giusti, forse il sugo leggermente dolce.
Per concludere la serata grasse risate con "paperissima" versione tedesca.

sabato 28 giugno 2014

Giorno 3

La sveglia è sempre libera e così questa mattina erano le 8.20.
Colazione abbondante, una buona macedonia, le uova alla coque per mari e fra.
Durante la notte abbiamo sentito della pioggia ma ora il tempo è bello.
Prima di partire la signora della reception ci tiene d assicursi che il trasporto bagagli si informato e venga a prenderli nel posto giusto. Bene, oggi ce lo sentiamo andrà tutto liscio.
Alle 10.20 si parte. Torniamo sulla ciclabile e via a pedalare.
Franci questa mattina e visivamente svogliata, continua a fermarsi con mille scuse e poi lo si vede guardandola in faccia "che noia, che fastidio..." Lo dice con gli occhi.
"franci dai che tra poco c'è il percorso per i piedi" ed eccola accendersi tutto d'un tratto e partire con una pedalata impegnata. Ma ci vuol sempre un obiettivo per impegnarsi seriamente nel percorso?
Prima tappa: percorso sensoriale per i piedi. Sono delle aiuole disposte a cerchio e riempite ognuna di materiali differenti, sabbia sassi, sassi appuntiti, pigne...

Tutti molto bravi Luca compreso, poi a piedi nudi sulle bici verso la vicina fontana del relax. Una sorta di vasca di acqua corrente molto fredda fatta per entrarci a piedi nudi. Il primo impatto è "ma chi me lo fa fare" il secondo quando ormai sei dentro "dopotutto non è così male, anzi si sta bene." È una dinamica che capita spesso nella vita dopotutto....
Seconda tappa Franci ha finito lo slancio e la faccia é tornata quella di prima.... "ok to attacco al tubo?"
Terza tappa Luca si addormenta.
Il percorso è molto bello anche oggi, quasi sempre in mezzo ai campi e lontano da strade trafficate.
Arriviamo a Pappenheim, famoso Borgo medioevale. Il Borgo è in salita, spingiamo le bici, andiamo a visitarlo e a cercate qualcosa da mangiare.
Sorpresa il Borgo ospita oggi una rappresentazione storica, accampamanti, botteghe, spettacoli, si può anche mangiare. Paghiamo il family ticket (20euro) ed entriamo.
In molti sono in costume anche tra i visitatori, le botteghe sono di tutti i tipi, noi cerchiamo quella dove si mangia. Ed eccoci dunque al solito problema, ci sono delle parole incomprensibili che si possono odinare, quale scegliere? Chiedo cos'è "pfand" (si scrive cosi?), iniziano a spiegarmi poi una ragazza in inglese mi dice che è la cauzione per i boccali. Ok non è qualcosa che si mangia, prendiamo allora dei wurstel e delle fettine di porcello. Mari e Fra assaggiano ma sono sapori strani, avevano fame ma preferiscono non mangiare. Spieghiamo che chi ha davvero fame si fa andar bene quello che trova nel piatto, ma non serve a molto. Mari decide che vorrebbe mangiare quella zuppa che stanno cucinando in uno strano archibugio alle porta del castello. Silvia acconsente e vanno insieme ad ordinarla, si assicurano che non fosse piccante. 
Quando arriva è piena di Paprika Mari decide di farne a meno. Qui in Germania a volte abbiamo la sensazione che le persone dicano di aver capito anche quando non hanno capito, chissà se 'spicy' in tedesco vuol dir qualcos'altro. Lasciamo dunque Silvia con  il suo scodellino di zuppa medioevale al tavolo con due cavalieri crociati e noi andiamo a prendere gelati e ghiaccioli confezionati, giusto per andare sul sicuro.
Intanto iniziano spettacoli di vario tipo: una band di teutonici d'altri tempi vestiti di sole pelli e sporchi di nero quanto possibile, denti compresi, con cornamuse, tamburi e batteria. Ci siamo messi in prima fila con Luca che appena vedeva avvicinarsi uno dei musicanti si abbracciava forte al papà. Silvia ci raggiunge e viene la volta degli sbandieratori dall'Italia: bravi, bravissimi! 
Visitiamo la torre del castello, un parralelipedo cavo con all'interno su di un lato una scala in legno che porta in cima. Saliamo, io Mari e Fra. Appena viste le scale avrei voluto uscire, perché mai salire fino a su. Poi però abbiamo visto scendere un papà con un bimbo piccolo in braccio, Mari e Fra hanno insistito e così mano per la mano siamo salti, dopo tutto non era molto alta. La discesa invece è andata così: Franci per prima scesa in scioltezza, poi Mari ed io con estrema lentezza e cautela.
Terminato lo spettacolo degli sbandieratori è la volta dei cavalieri impegnati in un classico torneo con spade, lance, mele da colpire sulla testa di qualche scudiero... scendiamo dunque per vederli più da vicino. Francesca e Luca i più appassionati, ma ormai si sta facendo tardi e li convinciamo a venir via. Prima di lasciare il torneo passiamo però davanti ad una bottega di crepe e sidro. Vada per una crepe alla netella, ci aspettano ancora diversi kilometri, ci servirà.
Il tempo di tornare alle bici e sistemarci che ecco inizia delle pioggerellina, ok, meglio partire con i k-way e convincere il luca a stare nel carrellino. Così si parte a pedalare, il percorso è sempre ben segnalato, al solito seguiamo le frecce verdi. Passiamo spazi aperti di particolare fascino, ma le domande più gettonate rimangono: quanto manca? Il pesello laggiù è il nostro? Ma dove stiamo andando che qui non si vede nemmeno una casa?
La pioggia si mantiene leggera sino a 2km dalla fine, è allora che decide di fare sul serio, ma manca poco, ormai è fatta. Io con il carrellino e Marianna stiamo davanti e allunghiamo per arrivare in paese, Silvia e Francesca si attardano un poco e si fanno grosse risate vedendo passare una macchina con il portellone posteriore aperto "ma non gli usciranno i fazzoletti?" si chiede Francesca.
Intanto arriviamo in paese e ci fermiamo sotto un albero, consulto il GPs, si il nostro albergo è proprio quello azzurrino di fronte a noi. Peccato che sia al di la,del fiume e che il ponte che dovremmo prendere sia chiuso per lavori in corsa, non ci resta che andare avanti alla ricerca del prossimo ponte e poi torniamo indietro. Così facciamo ed arriviamo in albergo fradici come pulcini. Poco dopo smette di piovere ed esce un po' di sole.
Entriamo e le nostre valigie sono nell'altrio, buon segno! Una signora molto gentile ci da le chiavi della stanza. Ed ora doccia per tutti, ci vuole!
La sera ceniamo in albergo guardando la partita Brasile-Cile e ordinando al solito alla carta. Puntiamo col dito uno dei tanti nomi incomprensibili ed aspettiamo di vedere cosa arriva.



venerdì 27 giugno 2014

Giorno 2

La giornata inizia con una buona e abbondante colazione. Unica nota pensavo di finire un pezzo di formaggio della Franci ed invece era burro, la mia faccia nel masticarlo non è stata fotografata.
Per fortuna alla reception c'era la figlia della signora di ieri che parlava inglese, così sono riuscito a spiegarle che lasciavano due bagagli e una busta con 156euro e che doveva consegnarli ad un tizio che sarebbe passato a prenderli.
Per un certo verso questo è un viaggio che allena alla fiducia, occorre fidarsi che le cose vanno come dovrebbero andare, e che se si incontrano imprevisti in qualche modo si risolvono. Un buon allenamento insomma.
Per le 9.30 siamo dunque pronti a partire tutti in sella, Luca nel seggiolino, foto di rito e via.
Dopo 300mt prima tappa: ufficio informazioni. Ci spiegano la ciclabile, il castello, i resti delle terme romane (ma guardandoci come per dire: voi che siete italiani seriamente volete vedere i nostri resti romani?). Luca fa la cacca.
Seconda tappa appena usciti da Weissemburg eccoci dunque al castello romano, o meglio ai pochi sassi ricostruiti che rimangono. Facciamo una corsa, curiosiamo qualche foto e ripartiamo.
La giornata è bella, c'è un bel sole, ci mettiamo la crema.
La ciclabile su rivela uno sterrato ma molto ben tenuto che si snoda tra i campi accanto al tracciato della ferrovia. Ad un certo punto un cartello indica una deviazione la seguiamo, poi un po' a naso riusciamo a tornare sulla strada principale. Luca si addormenra, ci fermiamo e lo tolgo dal seggiolino per metterlo bel carrelino, ma si sveglia e piange che vuole tornare nel seggiolino. Ripartiamo. Luca si addormenta di nuovo, ci fermiamo e Silvia lo toglie per metterlo nel cartellino, ma si sveglia e piange che vuol tornare nel seggiolino, è un pianto disperato inconsolabile. Proviamo a procedere ugualmente ma non serve, allora Silvia galà pensata giusta, gli dà i suoi cavalli della Lego. Funziona sempre così per interrompere il pianto disperato occorre l'interruttore giusto e tutto passa in un istante.
Ogni tanto rispondo al "quanto manca?" E per essere sicuro do anche una sbirciata al GPS.
Passiamo per la fossa Carolina, Luca intanto si addormenta. Attraversiamo un bel parco e voilà siamo arrivati: eccoci alla picina di ieri, troppo bella per non tornarci. Km percorsi 13.
Prima di entrare però abbiamo fame sono ormai passate le 13.00. A locale delle terme ci propongono due piatti con quattro cotolette impanate e patatine fritte per soli 9.80euro: prese. Ci danno anche da colorare e disegnare.
Poi finalmente piscina: scivoli, onde, acqua calda... Proviamo anche uscire alle due piscine esterne ma li l'acqua non è riscaldata, niente da fare, subito dentro e via con gli scivoli. Credo che Mari e Fra ne abbiano fatti più di 30... Grande divertimento anche oggi.
Alle 17.00 eravamo di nuovo alle bici, un ghiacciolino e poi pronti per partire con destinazione albergo. La strada non era poi molta se non che poi terminava con una bella salitella per raggiungere il piccolo Borgo agricolo dove pensavo di aver prenotato da dormire. Già, pensavo. Perché una volta arrivati non c'era nessuno e alla porta scotchato si trovava il foglio della prenotazione con il mio nome Davide Stefanoni. Tutto era scritto in tedesco, ma qualche parola chiave tipo un "nicht" evidenziato in giallo mi faceva intuire che non avremmo dormito lì questa sera. Sopra al foglio della prenotazione c'era un secondo foglio con il nome è il numero di telefono di un altro albergo. 

Ok, calma e sangue freddo:
1. Non ho portato il dizionario di tedesco, sarebbe stato utile, controllo nelle app ma ho solo il translator di google che funziona solo online.
2. Possibile che non ci sia nessuno? Le porte sono aperte ma non c'è anima viva.
3. Se chiamassi chiara per farmi tradurre? Mmm forse meglio chiamare il numero dell'hotel scritto su quel foglio.
4.il numero è senza prefisso quale sarà il prefisso della germania? Rovisto tra le prenotazioni degli hotel: ok 0049.
5."hello, is there anybody speaking English?" Si, c'è meno male, c'è una ragazza che parla inglese.
6."sono Davide Stefanoni, ci sono per caso lì dei bagagli con il mio nome?" "no non mi sembra e poi non la conosco non ho prenotazioni a suo nome..." "Si lo so ma io sono a Gronhart, avrei dovuto dormire qui ma invece ci sono solo dei fogli con delle frasi in tedesco che non capisco, me le può tradurre?"
7.con una pronuncia che sarà stata pessima le leggo le frasi misteriose e lei traduce "significa che i vostri bagagli sono da noi" "ah ok allora sono da voi?" "Aspetta che controllo meglio.... Via Mayer 35..." "Tradate! Yes yes! Are mine! Davide Stefanoni it's me. Dunque veniamo da voi, ma avete anche posto per dormire, ci servirebbero 4 letti..." "Controllo,... Ci sono due doppie le prenoto?" "Caspita si arriviamo!"
8.Ragazze, questa sera non dormiamo qui rimettiamoci sui pedali ancora uno sforzo ancora 5km, così dice il GPS. Franci era da poco attaccata al tubo così non ha protestato, Mari invece... "Mari il lamento ora non serve, c'è un imprevisto, stringi i denti, fai un sorriso che lo risolviamo.
È stato così che senza sbagliare strada ci siamo diretti verso la nuova meta canticchiando "allelu alleluia..."
Arrivati al nuovo albergo le nostre valigie erano giusto all'ingresso, evviva.
Alla reception c'era la ragazza con cui avevo parlato al telefono, l'albergo è pieno, le nostre camere sono in un altro edificio a 300mt da lì. Mari e Fra con Silvia decidono di andarci a piedi, io e Luca imperterriti in bici. Le valigie ce le porta dopo poco quella ragazza in macchina, molto gentile.
Tutto bene quel che finisce bene.
La sera controllo nella posta e trovo effettivamente una mail della gasthouse bidonara  in risposta al mio modulo di prenotazione elettronico, sono due pagine di frasi in tedesco, e le ultime due righe dicono che dispiace ma i loro alloggi sono troppo piccoli per 5... Evidentemente avevo tradotto solo le prime righe senza arrivare alla fine...

giovedì 26 giugno 2014

Giorno1

La partenza questa mattina era approssimativamente fissata per le 6. Ci siamo alzati da letto alle 6.30. Siamo riusciti a partire per le 7.15. Prima regola del viaggio: tenere orari elastici quando possibile.
I bimbi erano andati a letto già vestiti così il trasbordo letto macchina è stato un lampo.
Ok partiamo "speriamo di non aver dimenticato nulla di importante".
Il navigatore dava 5ore e 30 e 540km all'arrivo in Weissemburg: questa la risposta al primo (dei tanti) "papà quanto manca?"
Prima tappa dogana Svizzera, acquisto della vignetta autostradale. La seconda tappa doveva essere per la colazione ma infine avevamo così tante stuzzicherie in macchina che siamo partiti con biscotti, barrette, patatine e te freddo senza nemmeno fermarci. La seconda tappa è stata dunque per la pipì, un paesello dopo il tunnel di San Bernardino con dei bellissimi bagni pubblici a bordo di un parcheggio.
La terza tappa ancora per la vignetta autostradale, questa volta quella austriaca.
La quarta tappa è stata la tappa imprevisto: tè e patatine svomitate dal piccolo Luca. Io mi sono messo a ripulire il seggiolino e Silvia a ripulire Luca. Avevamo acqua e salviettine profumate, hanno aiutato.
Quinta tappa era ora di pranzo. Volevamo fermarci sul lago di Costanza ma tutti dormivano e si doveva uscire un poco dall'autostrada, così ho tirato dritto. Ci siamo fermati ad Augsburg una città piuttosto grandicella. Non avevamo idea di dove parcheggiare, e così abbiamo parcheggiato in quello che ci sembrava essere il centro, ma non lo era... Ci siamo dunque seduti nell'unico baretto nei paraggi e quello che siamo riusciti ad ordinare sono state delle piadine arrotolate fredde da frigo.
Sesta tappa, le terme dell'altmuhl un bellissimo complesso con piscine. Ingresso famiglia euro 11.80 per 2.5ore. In piscina a Tradate avremmo speso 20euro. Ed ecco quello che abbiamo trovato: piscina grande riscaldata con onde e trampolino per tuffi, piscina media molto riscaldata con piccolo scivolo bimbi, piscina piccola per bimbi, due tunnel scivolo.
Ci siamo divertiti tanto. Soprattutto nei tunnel scivolo, luca compreso.
Ultima tappa arrivo. Ed eccoci al nostro albergo, nella piazza principale di Weissemburg.
Nell'albergo c'era una signora che parlava solo tedesco ma non ci ha messo molto a capire che eravamo la famiglia che aveva prenotato una camera da quattro, e che avevamo bisogno di un posto per mettere le bici. Due mani che girano a cerchio e si capisce subito che stai dicendo bicicletta.Non rimaneva altro che procedere con lo scarico di bici e bagagli, una procedura che ha preso il suo tempo e il suo impegno.
Nel frattempo la fame ci diceva che avevamo bisogno di un piatto caldo!
Ci siamo seduti all'aperto in un locale della piazza aggregandoci con il tifo a tutti i tedeschi che stavano guardando Germania-Stati Uniti. Il menu era solo in tedesco e i camerieri non parlavano inglese ma questa volta ci é andata bene: quella parola incomprensibile di fianco a omelett era prosciutto cotto, evviva.
Alla fine per festeggiare la vittoria della Germania quattro passi e un bel gelato. Buona notte! Che domani si parte a pedalare.