lunedì 30 giugno 2014

Giorno 5

Ieri doveva essere il giorno dei fossili ed invece è stato il giorno della pioggia, oggi possiamo avere la nostra ultima possibilità, a Eichstatt si trova una cava, l'ultima di quelle che incontreremo sul nostro tragitto. Al buon giorno apriamo le tende, non piove ma le nuvole non promettono nulla di buono, guardiamo le previsioni e danno tempo incerto con piogge deboli. Studiamo la cartina: la cava sembra essere a 4km dal nostro albergo, ma in direzione opposta a quella verso cui dovremo poi proseguire. La tappa di oggi dovrebbe essere di 26km, aggiungerne 8 sarebbe impegnativo ma non impossibile, ad avere però la certezza di non prendere acqua. Ci pensa Marianna a togliere ogni dubbio "io indietro non ritorno!" Ok ci sembra una presa di posizione ragionevole. Scendiamo a far colazione, poi vedremo.
Un bell'uovo fresco da preparare nel bolliuovo ci aiuterà a prendere per il verso giusto la giornata. Silvia ha un'idea "e se ci fosse un pullman per arrivare alla cava?". Io penso che no, non ci sarà ma chiedo ugualmente al ragazzo della reception, che fortunatamente parla un buon inglese. Il pullman c'è si dovrebbe arrivare piuttosto vicino alla cava e si dovrebbe prendere all'incrocio poco fuori l'albergo. La voglia di cercare i fossili ci carica, ci sembra un buon piano, lasciamo le bici qui, si va in autobus, si trovano i fossili, si torna sempre in autobus a riprendere le bici. Marianna è d'accordo, Franci non vede l'ora di spaccare pietre. Proviamoci. Laviamo i denti prepariamo le valigie da lasciare per l'omino che ce le porterà alla nostra prossima tappa e usciamo a cercare la fermata giusta dell'autobus. Studio lo schema colorato delle linee automobilistiche, nessuno porta a Blumenberg, dove si trova la cava, mi convinco che la linea verde è quella che ci porta più vicino, a circa 2km... Ok proviamo a prendere quella. Aspettiamo, arriva l'autobus e salendo dico all'autista "bluumenberg'. Lui con fare diciso mi fa capire "questo autobus sbagliato, scendete e aspettate sempre qui quello giusto". Obbediamo e una volta scesi chiediamo aiuto ad una signora che sta alla fermata, non parla inglese, ma fortunatamente lo parla un'altra signora che in quel momento sta passando vicino a noi. Ci riporta al cartello degli autobus e ci indica quello giusto (indicato su un cartello che io non avevo preso in considerazione). Passerà alle 11.20, tra un'ora. Ok troviamo come occupare il tempo, giusto per entriamo in un negozio di scarpe sportive, quando 5minuti dopo usciamo sta piovendo! Accidenti... Quanto meno non abbiamo preso le biciclette. Ci infiliamo in un piccolo supermercato, patatine, banane, frutta secca... La proprietaria parla italiano, ci dice che il marito è italiano. In questa regione devono esserci molti italiani, quanto meno lo si vede dai nomi dei negozi... Usciti dal supermercato ha già smesso di piovere, meno male. Ci viene il dubbio se insistere con la cava, entriamo nell'ufficio informazioni: vicino alla cava c'è un museo (al chiuso ovviamente) ma al lunedì apre alle 13.30, l'ultimo autobus utile per tornare indietro passa invece alle 14.00. I dubbi se andare ugualmente rimangono... Silvia si sbilancia "andiamo! Mal che vada facciamo un giro in pullman". Alle 11.20 dunque saliamo sull'autobus, si esce dall'abitato e ci si inerpica su per una ripida collina. In bici qui non c'è l'avremmo mai fatta. Scendiamo a Blumenberg, attraversiamo la strada e a 30metri c'è un grosso dinosauro: è la nostra cava ed è anche aperta!
 
C'è grande soddisfazione. Ci accoglie una simpatica signora che parla un inglese semplice e chiaro. Con 8euro biglietto famiglia avremo accesso alla cava, il noleggio di due martellie e due scalpelli e una spiegazione introduttiva su come cercare i fossili. La signora è molto brava nel raccontarci le poche cose che serve sapere. Non scendete troppo in fondo alla cava, li i fossili non si trovano; non adatte troppo vicino alle pareti laterali potrebbero essere pericolose; cercate le lastre che abbiano almeno due strati, con martello e scalpello le dovete aprire. Questa cava è famosa per i fossili degli antenati delle attuali stelle marine, tipicamente hanno dieci braccia e al centro del corpo hanno un piccolo brillante che luccica alla luce del sole. Più rari invece potreste trovare delle ammoniti, la loro conchiglia con la porta che usavano per chiuderla, e forme strane di cacca preistorica. Quello che invece vi sembrano fossili di piante sono invece l'azione di acqua e minerali, le ramifizazioni nere sono manganese, quelle rosse sono ferro.
Ok siamo pronti si parte, prendiamo una cassetta e scendiamo in cava. Silvia tiene d'occhio Luca ed aiuta Marianna ed io mi fiondo invece sulle pietre con Francesca. Apriamo la prima, nulla, la seconda nulla, la terza, niente, spiego a Francesca che dopo tutto non è poi così facile trovare dei fossili, apriamo una quarta pietra ed eccole le stelle marine preistoriche, piccoline ma con il loro brillante al centro, evviva abbiamo trovato dei fossili! Poco dopo anche Marianna esulta ecco altre stelle marine. Non facciamo in tempo ad organizzarci su come proseguire che arrivano le prime gocce di pioggia, ormai lo sappiamo che rischiamo di aver poco tempo, Silvia comincia a risalire con Luca, io con Mari e Fra raccogliamo un po' di pietre che ci ispirano fiducia e li raggiungiamo.
Per fortuna c'è un piccolo riparo con dei tavolo da picnic, la signora ci dà anche delle pelli di pecora per riscaldarci nel frattempo inizia un poderoso scroscio di pioggia, acqua a volontà, ancora una volta per fortuna non stiamo pedalando. Ne e approfittiamo per mangiare qualcosina, e spaccare le pietre raccolte, ed ecco altre stelle marine. Infine smette di piovere, ma non solo, arriva anche il sole. Torniamo in cava, io e Marianna spacchiamo una buona quantità di petre, Silvia, Luca e Francesca scoprono che la terra è diventata creta modellabile e si mettono a creare forme, polpette etc...
L'ora di riprendere il pullman arriva in fretta, risaliamo ci ripuliamo per quanto possibile, incartiamo i fossili trovati, salutiamo la signora e via si ritorna alle bici. Alle 14.30 siamo operativi fuori dall'albergo pronti per iniziare la tappa. Tempo pochi minuti ed inizia a gocciolare, uffa mettiamoci i k-way, Luca vai dentro nel carrellino. Per fortuna però questa volta è solo una finta e non è nemmeno sufficiente per bagnarci. Anzi ad un certo punto arriva anche il sole. Il percorso è molto bello, sempre immerso nella natura, tra campi di grano, campi di trifoglio e papaveri. Verso le 16.00 ci fermiamo per la merenda, l'occasione è data da alcuni alberi di amarene a bordo strada. Come dice Francesca le amarene sono buone ma se non ne mangi tante. Il luogo della nostra sosta ci offre anche una parete di roccia piuttosto suggestiva e un sentierino per arrivare in cima. Saliamo io Franci e Mari, salutiamo Silvia e Luca appena svegliato e ci facciamo una bellissima foto.
Ok dai si riparte. Il tempo regge oggi si arriva asciutti, anche Francesca regge, ed oggi riuscirà a concludere la tappa senza nemmeno attaccarsi una volta al tubo.
La nostra metà di oggi è un piccolo paesello, il nostro albergo sta nella piazzetta principale sovrastata da un caratteristico castello. L'albergo è rosso, tirolese e chiuso. Ma davanti alla porta c'è una lavagna con delle scritte in tedesco che terminano con un numero di telefono. Questa volta però non c'è scritto il mio nome e la cosa mi rassicura. Chiedo informazioni ad un vicino che fortunatamente parla inglese, mi traduce il cartello: caro ospite quando arrivi per favore chiama questo numero. Silvia sorride "io l'avevo già capito". Dopo 5 minuti arriva l'albergatore che ci accoglie e ci mostra la stanza, una doppia stanza in arredo tipico tirolese, due letti matrimoniali di cui uno a baldacchino e una culletta per Luca. 
Marianna guarda il letto a baldacchino e dice: io qui non ci dormo! "Tranquilla Mari qui ci dormiamo io e la mamma.

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