domenica 29 giugno 2014

Giorno 4

Parola chiave della giornata: pioggia.
Ci alziamo come al solito per le 8.00 e fuori dalla finesta si vede in maniera inequivocabile che piove. Scendiamo per la solita abbondante colazione, ma intanto la pioggia non smette, è debole ma costante.
Ci rassegnamo: oggi dobbiamo pedalare sotto la pioggia ma soprattutto dobbiamo rinunciare ai fossili, aprire pietre sotto l'acqua non si può fare, e pensare che c'era una cava proprio a pochi metri dall'albergo.
Ci attrezziamo con il vestiario, k-way per tutti, per me e Silvia anche pantaloni impermeabili, per Mari e Fra pantaloncini corti, meglio gambe bagnate che pantaloni bagnati.
La strategia è la seguente, dal prossimo albergo ci separano 'solo' 26km, li facciamo tutti di fila e vediamo di arrivare il prima possibile. 
Alle 10.20 siamo pronti, partiamo. Francesca da subito attaccata al tubo, dobbiamo cercare di tenere un buon ritmo senza troppe soste. Luca si convince di stare nel suo carrellino all'asciutto anche se fosse stato per lui si sarebbe messo sul seggiolino. Pedaliamo sotto la pioggia, all'inizio dà più fastidio poi man mano ci si abitua e a tratti è anche piacevole. 
Luca ad un certo punto inizia a lamentarsi e così ci fermiamo per fornirgli il suo pacchettino di fonzie quotidiano. Nel mentre si ferma un ciclista proveniente dalla direzione opposta alla nostra "there is a tree on the path, you need to enter in a muddy field to procede, i think you can manage...". Bene non ci sono strade alternative, proseguiamo, ma almeno lo sappiamo con anticipo... "Papà Cosa ha detto il signore?" Chiede Marianna "dice che incontreremo un imprevisto, c'è un albero in mezzo alla strada" "come ha fatto a crescere un albero in mezzo alla strada?" "Ma no... Un albero è caduto in mezzo alla strada..." "E con tutte le persone che ci sono qui nessuno lo ha ancora tolto?"

Proseguiamo continuamente distratti da uno spropositato numero di lumache con tanto di guscio, c'è n'è sono a manciate ai bordi delle strade e diverse proprio sulla strada che per non schiacciarle occorre impegnarsi. Francesca è colta da visibile entusiasmo e non perde occasione per raccogliere lumache e dargli un passaggio in bicilcletta sino a quando non iniziano troppo a sbavare.
Dopo poco l'albero compare davvero, Silvia che era in testa al gruppo non perde tempo e senza pensarci due volte si fionda con bici e carrellino in mezzo al campo di granoturco per superare l'albero e riguadagnare il tracciato corretto. Marianna io e Francesca seguiamo di conseguenza, dopo tutto non è stato così difficile ma scarpe, ruote, bici, gambe etc... Sono ora piene di fango, ci mancava, la pioggia era troppo poco. Riprendiamo a pedalare, "Marianna sei proprio sporca" dico io, "chissà io che prendo tutti gli schizzi della tua bicicletta" dice ridendo Francesca.
Ad un certo punto poi ci accorgiamo che non piove più, ed è una piacevole scoperta. Ci togliamo i k-way, ci concediamo qualche sosta in più... Francesca decide di pedalare da sola e la stacco dal tubo. Il percorso diventa se si può dire rilassante, sino a quando iniziano le salite, nulla di ripido, ma pur sempre salite e discese, su e giù, il ritmo cala e la fatica aumenta. Marianna inizia a raccontarmi di Violetta, chi sono i personaggi, che dopo tutto è come un cartone, vale la pena vederlo qualche volta... Parla a macchinetta e intanto si dimentica che sta pedalando in salita, meglio così.
Avevamo ipotizzato di arrivare per l'una ma tutte le salite incontrate ci hanno rallentato, è l'una e non vediamo ancora la meta. Proseguiamo riattaccando la Francesca al tubo.
Compaiono nuove goccioline di pioggia, incontriamo il cartello verde che ci dice 5km a eichstatt, le gocce di pioggia si ingrandiscono, ed è subito acquazzone di quelli che fanno quasi male le gocce che ti arrivano addosso. Se trovate un riparo fermiamoci, ma non c'è proprio nulla, siamo in mezzo ai campi, avanti avanti go go go... Poi finalmente un albero sufficientemente grande da fare un po' di riparo. Attendiamo che passi la pioggia scatenata, quando torna semplicemente energica proseguiamo, ormai manca poco. Francesca per gli ultimi 3km continua a ripetere "sono congelata, sono congelata,..." Ma nel frattempo ride. Entriamo in città, strade ciottolate giusto per agevolare la pedalata. Francesca con il tubo è un po' storta freno e mi fermo per raddrizzarla, Marianna è dietro di me e non fa a tempo a frenare, vola a terra. Nulla di grave, andavamo piano, ma mi viene anche da riprenderla "come hai fatto a non frenare?" Ok scusa Marianna, dai che siamo quasi arrivati, proseguiamo. E questa volta siamo davvero arrivati. Il trompete, il nostro alloggio è davanti a noi.
Ci danno la stanza, le nostre valigie non sono ancora arrivate, ma un cambio ce l'abbiamo e via tutti sotto la doccia calda. E per rilassarci un bel cartone animato la valle dei dinosauri in tedesco sgranocchiando le poche provviste rimaste, oggi non ci siamo nemmeno fermati per pranzare.
Per le quattro ormai non piove più e siamo pronti ad uscire a far quattro passi e cercare un gelato. Facciamo per uscire ed arrivano le nostre valigie, ci cambiamo di nuovo. 
Oggi è domenica, tutti i negozi sono chiusi, salvo ovviamente le gelateria, ci fermiamo alla prima che incontriamo: cono per Franci, coppetta per Luca e torta per i restanti.
Facciamo tempo a finir merenda che riprende a piovigginare, ok per oggi di pioggia ne abbiamo presa a sufficienza, torniamo in stanza.
Per cena si mangia in albergo, solito ordiene al buio, ma nel menù bimbi ci sono anche gli spaghetti, ne prendiamo due piatti, non sono male, cotti giusti, forse il sugo leggermente dolce.
Per concludere la serata grasse risate con "paperissima" versione tedesca.

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