lunedì 30 giugno 2014

Giorno 5

Ieri doveva essere il giorno dei fossili ed invece è stato il giorno della pioggia, oggi possiamo avere la nostra ultima possibilità, a Eichstatt si trova una cava, l'ultima di quelle che incontreremo sul nostro tragitto. Al buon giorno apriamo le tende, non piove ma le nuvole non promettono nulla di buono, guardiamo le previsioni e danno tempo incerto con piogge deboli. Studiamo la cartina: la cava sembra essere a 4km dal nostro albergo, ma in direzione opposta a quella verso cui dovremo poi proseguire. La tappa di oggi dovrebbe essere di 26km, aggiungerne 8 sarebbe impegnativo ma non impossibile, ad avere però la certezza di non prendere acqua. Ci pensa Marianna a togliere ogni dubbio "io indietro non ritorno!" Ok ci sembra una presa di posizione ragionevole. Scendiamo a far colazione, poi vedremo.
Un bell'uovo fresco da preparare nel bolliuovo ci aiuterà a prendere per il verso giusto la giornata. Silvia ha un'idea "e se ci fosse un pullman per arrivare alla cava?". Io penso che no, non ci sarà ma chiedo ugualmente al ragazzo della reception, che fortunatamente parla un buon inglese. Il pullman c'è si dovrebbe arrivare piuttosto vicino alla cava e si dovrebbe prendere all'incrocio poco fuori l'albergo. La voglia di cercare i fossili ci carica, ci sembra un buon piano, lasciamo le bici qui, si va in autobus, si trovano i fossili, si torna sempre in autobus a riprendere le bici. Marianna è d'accordo, Franci non vede l'ora di spaccare pietre. Proviamoci. Laviamo i denti prepariamo le valigie da lasciare per l'omino che ce le porterà alla nostra prossima tappa e usciamo a cercare la fermata giusta dell'autobus. Studio lo schema colorato delle linee automobilistiche, nessuno porta a Blumenberg, dove si trova la cava, mi convinco che la linea verde è quella che ci porta più vicino, a circa 2km... Ok proviamo a prendere quella. Aspettiamo, arriva l'autobus e salendo dico all'autista "bluumenberg'. Lui con fare diciso mi fa capire "questo autobus sbagliato, scendete e aspettate sempre qui quello giusto". Obbediamo e una volta scesi chiediamo aiuto ad una signora che sta alla fermata, non parla inglese, ma fortunatamente lo parla un'altra signora che in quel momento sta passando vicino a noi. Ci riporta al cartello degli autobus e ci indica quello giusto (indicato su un cartello che io non avevo preso in considerazione). Passerà alle 11.20, tra un'ora. Ok troviamo come occupare il tempo, giusto per entriamo in un negozio di scarpe sportive, quando 5minuti dopo usciamo sta piovendo! Accidenti... Quanto meno non abbiamo preso le biciclette. Ci infiliamo in un piccolo supermercato, patatine, banane, frutta secca... La proprietaria parla italiano, ci dice che il marito è italiano. In questa regione devono esserci molti italiani, quanto meno lo si vede dai nomi dei negozi... Usciti dal supermercato ha già smesso di piovere, meno male. Ci viene il dubbio se insistere con la cava, entriamo nell'ufficio informazioni: vicino alla cava c'è un museo (al chiuso ovviamente) ma al lunedì apre alle 13.30, l'ultimo autobus utile per tornare indietro passa invece alle 14.00. I dubbi se andare ugualmente rimangono... Silvia si sbilancia "andiamo! Mal che vada facciamo un giro in pullman". Alle 11.20 dunque saliamo sull'autobus, si esce dall'abitato e ci si inerpica su per una ripida collina. In bici qui non c'è l'avremmo mai fatta. Scendiamo a Blumenberg, attraversiamo la strada e a 30metri c'è un grosso dinosauro: è la nostra cava ed è anche aperta!
 
C'è grande soddisfazione. Ci accoglie una simpatica signora che parla un inglese semplice e chiaro. Con 8euro biglietto famiglia avremo accesso alla cava, il noleggio di due martellie e due scalpelli e una spiegazione introduttiva su come cercare i fossili. La signora è molto brava nel raccontarci le poche cose che serve sapere. Non scendete troppo in fondo alla cava, li i fossili non si trovano; non adatte troppo vicino alle pareti laterali potrebbero essere pericolose; cercate le lastre che abbiano almeno due strati, con martello e scalpello le dovete aprire. Questa cava è famosa per i fossili degli antenati delle attuali stelle marine, tipicamente hanno dieci braccia e al centro del corpo hanno un piccolo brillante che luccica alla luce del sole. Più rari invece potreste trovare delle ammoniti, la loro conchiglia con la porta che usavano per chiuderla, e forme strane di cacca preistorica. Quello che invece vi sembrano fossili di piante sono invece l'azione di acqua e minerali, le ramifizazioni nere sono manganese, quelle rosse sono ferro.
Ok siamo pronti si parte, prendiamo una cassetta e scendiamo in cava. Silvia tiene d'occhio Luca ed aiuta Marianna ed io mi fiondo invece sulle pietre con Francesca. Apriamo la prima, nulla, la seconda nulla, la terza, niente, spiego a Francesca che dopo tutto non è poi così facile trovare dei fossili, apriamo una quarta pietra ed eccole le stelle marine preistoriche, piccoline ma con il loro brillante al centro, evviva abbiamo trovato dei fossili! Poco dopo anche Marianna esulta ecco altre stelle marine. Non facciamo in tempo ad organizzarci su come proseguire che arrivano le prime gocce di pioggia, ormai lo sappiamo che rischiamo di aver poco tempo, Silvia comincia a risalire con Luca, io con Mari e Fra raccogliamo un po' di pietre che ci ispirano fiducia e li raggiungiamo.
Per fortuna c'è un piccolo riparo con dei tavolo da picnic, la signora ci dà anche delle pelli di pecora per riscaldarci nel frattempo inizia un poderoso scroscio di pioggia, acqua a volontà, ancora una volta per fortuna non stiamo pedalando. Ne e approfittiamo per mangiare qualcosina, e spaccare le pietre raccolte, ed ecco altre stelle marine. Infine smette di piovere, ma non solo, arriva anche il sole. Torniamo in cava, io e Marianna spacchiamo una buona quantità di petre, Silvia, Luca e Francesca scoprono che la terra è diventata creta modellabile e si mettono a creare forme, polpette etc...
L'ora di riprendere il pullman arriva in fretta, risaliamo ci ripuliamo per quanto possibile, incartiamo i fossili trovati, salutiamo la signora e via si ritorna alle bici. Alle 14.30 siamo operativi fuori dall'albergo pronti per iniziare la tappa. Tempo pochi minuti ed inizia a gocciolare, uffa mettiamoci i k-way, Luca vai dentro nel carrellino. Per fortuna però questa volta è solo una finta e non è nemmeno sufficiente per bagnarci. Anzi ad un certo punto arriva anche il sole. Il percorso è molto bello, sempre immerso nella natura, tra campi di grano, campi di trifoglio e papaveri. Verso le 16.00 ci fermiamo per la merenda, l'occasione è data da alcuni alberi di amarene a bordo strada. Come dice Francesca le amarene sono buone ma se non ne mangi tante. Il luogo della nostra sosta ci offre anche una parete di roccia piuttosto suggestiva e un sentierino per arrivare in cima. Saliamo io Franci e Mari, salutiamo Silvia e Luca appena svegliato e ci facciamo una bellissima foto.
Ok dai si riparte. Il tempo regge oggi si arriva asciutti, anche Francesca regge, ed oggi riuscirà a concludere la tappa senza nemmeno attaccarsi una volta al tubo.
La nostra metà di oggi è un piccolo paesello, il nostro albergo sta nella piazzetta principale sovrastata da un caratteristico castello. L'albergo è rosso, tirolese e chiuso. Ma davanti alla porta c'è una lavagna con delle scritte in tedesco che terminano con un numero di telefono. Questa volta però non c'è scritto il mio nome e la cosa mi rassicura. Chiedo informazioni ad un vicino che fortunatamente parla inglese, mi traduce il cartello: caro ospite quando arrivi per favore chiama questo numero. Silvia sorride "io l'avevo già capito". Dopo 5 minuti arriva l'albergatore che ci accoglie e ci mostra la stanza, una doppia stanza in arredo tipico tirolese, due letti matrimoniali di cui uno a baldacchino e una culletta per Luca. 
Marianna guarda il letto a baldacchino e dice: io qui non ci dormo! "Tranquilla Mari qui ci dormiamo io e la mamma.

domenica 29 giugno 2014

Giorno 4

Parola chiave della giornata: pioggia.
Ci alziamo come al solito per le 8.00 e fuori dalla finesta si vede in maniera inequivocabile che piove. Scendiamo per la solita abbondante colazione, ma intanto la pioggia non smette, è debole ma costante.
Ci rassegnamo: oggi dobbiamo pedalare sotto la pioggia ma soprattutto dobbiamo rinunciare ai fossili, aprire pietre sotto l'acqua non si può fare, e pensare che c'era una cava proprio a pochi metri dall'albergo.
Ci attrezziamo con il vestiario, k-way per tutti, per me e Silvia anche pantaloni impermeabili, per Mari e Fra pantaloncini corti, meglio gambe bagnate che pantaloni bagnati.
La strategia è la seguente, dal prossimo albergo ci separano 'solo' 26km, li facciamo tutti di fila e vediamo di arrivare il prima possibile. 
Alle 10.20 siamo pronti, partiamo. Francesca da subito attaccata al tubo, dobbiamo cercare di tenere un buon ritmo senza troppe soste. Luca si convince di stare nel suo carrellino all'asciutto anche se fosse stato per lui si sarebbe messo sul seggiolino. Pedaliamo sotto la pioggia, all'inizio dà più fastidio poi man mano ci si abitua e a tratti è anche piacevole. 
Luca ad un certo punto inizia a lamentarsi e così ci fermiamo per fornirgli il suo pacchettino di fonzie quotidiano. Nel mentre si ferma un ciclista proveniente dalla direzione opposta alla nostra "there is a tree on the path, you need to enter in a muddy field to procede, i think you can manage...". Bene non ci sono strade alternative, proseguiamo, ma almeno lo sappiamo con anticipo... "Papà Cosa ha detto il signore?" Chiede Marianna "dice che incontreremo un imprevisto, c'è un albero in mezzo alla strada" "come ha fatto a crescere un albero in mezzo alla strada?" "Ma no... Un albero è caduto in mezzo alla strada..." "E con tutte le persone che ci sono qui nessuno lo ha ancora tolto?"

Proseguiamo continuamente distratti da uno spropositato numero di lumache con tanto di guscio, c'è n'è sono a manciate ai bordi delle strade e diverse proprio sulla strada che per non schiacciarle occorre impegnarsi. Francesca è colta da visibile entusiasmo e non perde occasione per raccogliere lumache e dargli un passaggio in bicilcletta sino a quando non iniziano troppo a sbavare.
Dopo poco l'albero compare davvero, Silvia che era in testa al gruppo non perde tempo e senza pensarci due volte si fionda con bici e carrellino in mezzo al campo di granoturco per superare l'albero e riguadagnare il tracciato corretto. Marianna io e Francesca seguiamo di conseguenza, dopo tutto non è stato così difficile ma scarpe, ruote, bici, gambe etc... Sono ora piene di fango, ci mancava, la pioggia era troppo poco. Riprendiamo a pedalare, "Marianna sei proprio sporca" dico io, "chissà io che prendo tutti gli schizzi della tua bicicletta" dice ridendo Francesca.
Ad un certo punto poi ci accorgiamo che non piove più, ed è una piacevole scoperta. Ci togliamo i k-way, ci concediamo qualche sosta in più... Francesca decide di pedalare da sola e la stacco dal tubo. Il percorso diventa se si può dire rilassante, sino a quando iniziano le salite, nulla di ripido, ma pur sempre salite e discese, su e giù, il ritmo cala e la fatica aumenta. Marianna inizia a raccontarmi di Violetta, chi sono i personaggi, che dopo tutto è come un cartone, vale la pena vederlo qualche volta... Parla a macchinetta e intanto si dimentica che sta pedalando in salita, meglio così.
Avevamo ipotizzato di arrivare per l'una ma tutte le salite incontrate ci hanno rallentato, è l'una e non vediamo ancora la meta. Proseguiamo riattaccando la Francesca al tubo.
Compaiono nuove goccioline di pioggia, incontriamo il cartello verde che ci dice 5km a eichstatt, le gocce di pioggia si ingrandiscono, ed è subito acquazzone di quelli che fanno quasi male le gocce che ti arrivano addosso. Se trovate un riparo fermiamoci, ma non c'è proprio nulla, siamo in mezzo ai campi, avanti avanti go go go... Poi finalmente un albero sufficientemente grande da fare un po' di riparo. Attendiamo che passi la pioggia scatenata, quando torna semplicemente energica proseguiamo, ormai manca poco. Francesca per gli ultimi 3km continua a ripetere "sono congelata, sono congelata,..." Ma nel frattempo ride. Entriamo in città, strade ciottolate giusto per agevolare la pedalata. Francesca con il tubo è un po' storta freno e mi fermo per raddrizzarla, Marianna è dietro di me e non fa a tempo a frenare, vola a terra. Nulla di grave, andavamo piano, ma mi viene anche da riprenderla "come hai fatto a non frenare?" Ok scusa Marianna, dai che siamo quasi arrivati, proseguiamo. E questa volta siamo davvero arrivati. Il trompete, il nostro alloggio è davanti a noi.
Ci danno la stanza, le nostre valigie non sono ancora arrivate, ma un cambio ce l'abbiamo e via tutti sotto la doccia calda. E per rilassarci un bel cartone animato la valle dei dinosauri in tedesco sgranocchiando le poche provviste rimaste, oggi non ci siamo nemmeno fermati per pranzare.
Per le quattro ormai non piove più e siamo pronti ad uscire a far quattro passi e cercare un gelato. Facciamo per uscire ed arrivano le nostre valigie, ci cambiamo di nuovo. 
Oggi è domenica, tutti i negozi sono chiusi, salvo ovviamente le gelateria, ci fermiamo alla prima che incontriamo: cono per Franci, coppetta per Luca e torta per i restanti.
Facciamo tempo a finir merenda che riprende a piovigginare, ok per oggi di pioggia ne abbiamo presa a sufficienza, torniamo in stanza.
Per cena si mangia in albergo, solito ordiene al buio, ma nel menù bimbi ci sono anche gli spaghetti, ne prendiamo due piatti, non sono male, cotti giusti, forse il sugo leggermente dolce.
Per concludere la serata grasse risate con "paperissima" versione tedesca.

sabato 28 giugno 2014

Giorno 3

La sveglia è sempre libera e così questa mattina erano le 8.20.
Colazione abbondante, una buona macedonia, le uova alla coque per mari e fra.
Durante la notte abbiamo sentito della pioggia ma ora il tempo è bello.
Prima di partire la signora della reception ci tiene d assicursi che il trasporto bagagli si informato e venga a prenderli nel posto giusto. Bene, oggi ce lo sentiamo andrà tutto liscio.
Alle 10.20 si parte. Torniamo sulla ciclabile e via a pedalare.
Franci questa mattina e visivamente svogliata, continua a fermarsi con mille scuse e poi lo si vede guardandola in faccia "che noia, che fastidio..." Lo dice con gli occhi.
"franci dai che tra poco c'è il percorso per i piedi" ed eccola accendersi tutto d'un tratto e partire con una pedalata impegnata. Ma ci vuol sempre un obiettivo per impegnarsi seriamente nel percorso?
Prima tappa: percorso sensoriale per i piedi. Sono delle aiuole disposte a cerchio e riempite ognuna di materiali differenti, sabbia sassi, sassi appuntiti, pigne...

Tutti molto bravi Luca compreso, poi a piedi nudi sulle bici verso la vicina fontana del relax. Una sorta di vasca di acqua corrente molto fredda fatta per entrarci a piedi nudi. Il primo impatto è "ma chi me lo fa fare" il secondo quando ormai sei dentro "dopotutto non è così male, anzi si sta bene." È una dinamica che capita spesso nella vita dopotutto....
Seconda tappa Franci ha finito lo slancio e la faccia é tornata quella di prima.... "ok to attacco al tubo?"
Terza tappa Luca si addormenta.
Il percorso è molto bello anche oggi, quasi sempre in mezzo ai campi e lontano da strade trafficate.
Arriviamo a Pappenheim, famoso Borgo medioevale. Il Borgo è in salita, spingiamo le bici, andiamo a visitarlo e a cercate qualcosa da mangiare.
Sorpresa il Borgo ospita oggi una rappresentazione storica, accampamanti, botteghe, spettacoli, si può anche mangiare. Paghiamo il family ticket (20euro) ed entriamo.
In molti sono in costume anche tra i visitatori, le botteghe sono di tutti i tipi, noi cerchiamo quella dove si mangia. Ed eccoci dunque al solito problema, ci sono delle parole incomprensibili che si possono odinare, quale scegliere? Chiedo cos'è "pfand" (si scrive cosi?), iniziano a spiegarmi poi una ragazza in inglese mi dice che è la cauzione per i boccali. Ok non è qualcosa che si mangia, prendiamo allora dei wurstel e delle fettine di porcello. Mari e Fra assaggiano ma sono sapori strani, avevano fame ma preferiscono non mangiare. Spieghiamo che chi ha davvero fame si fa andar bene quello che trova nel piatto, ma non serve a molto. Mari decide che vorrebbe mangiare quella zuppa che stanno cucinando in uno strano archibugio alle porta del castello. Silvia acconsente e vanno insieme ad ordinarla, si assicurano che non fosse piccante. 
Quando arriva è piena di Paprika Mari decide di farne a meno. Qui in Germania a volte abbiamo la sensazione che le persone dicano di aver capito anche quando non hanno capito, chissà se 'spicy' in tedesco vuol dir qualcos'altro. Lasciamo dunque Silvia con  il suo scodellino di zuppa medioevale al tavolo con due cavalieri crociati e noi andiamo a prendere gelati e ghiaccioli confezionati, giusto per andare sul sicuro.
Intanto iniziano spettacoli di vario tipo: una band di teutonici d'altri tempi vestiti di sole pelli e sporchi di nero quanto possibile, denti compresi, con cornamuse, tamburi e batteria. Ci siamo messi in prima fila con Luca che appena vedeva avvicinarsi uno dei musicanti si abbracciava forte al papà. Silvia ci raggiunge e viene la volta degli sbandieratori dall'Italia: bravi, bravissimi! 
Visitiamo la torre del castello, un parralelipedo cavo con all'interno su di un lato una scala in legno che porta in cima. Saliamo, io Mari e Fra. Appena viste le scale avrei voluto uscire, perché mai salire fino a su. Poi però abbiamo visto scendere un papà con un bimbo piccolo in braccio, Mari e Fra hanno insistito e così mano per la mano siamo salti, dopo tutto non era molto alta. La discesa invece è andata così: Franci per prima scesa in scioltezza, poi Mari ed io con estrema lentezza e cautela.
Terminato lo spettacolo degli sbandieratori è la volta dei cavalieri impegnati in un classico torneo con spade, lance, mele da colpire sulla testa di qualche scudiero... scendiamo dunque per vederli più da vicino. Francesca e Luca i più appassionati, ma ormai si sta facendo tardi e li convinciamo a venir via. Prima di lasciare il torneo passiamo però davanti ad una bottega di crepe e sidro. Vada per una crepe alla netella, ci aspettano ancora diversi kilometri, ci servirà.
Il tempo di tornare alle bici e sistemarci che ecco inizia delle pioggerellina, ok, meglio partire con i k-way e convincere il luca a stare nel carrellino. Così si parte a pedalare, il percorso è sempre ben segnalato, al solito seguiamo le frecce verdi. Passiamo spazi aperti di particolare fascino, ma le domande più gettonate rimangono: quanto manca? Il pesello laggiù è il nostro? Ma dove stiamo andando che qui non si vede nemmeno una casa?
La pioggia si mantiene leggera sino a 2km dalla fine, è allora che decide di fare sul serio, ma manca poco, ormai è fatta. Io con il carrellino e Marianna stiamo davanti e allunghiamo per arrivare in paese, Silvia e Francesca si attardano un poco e si fanno grosse risate vedendo passare una macchina con il portellone posteriore aperto "ma non gli usciranno i fazzoletti?" si chiede Francesca.
Intanto arriviamo in paese e ci fermiamo sotto un albero, consulto il GPs, si il nostro albergo è proprio quello azzurrino di fronte a noi. Peccato che sia al di la,del fiume e che il ponte che dovremmo prendere sia chiuso per lavori in corsa, non ci resta che andare avanti alla ricerca del prossimo ponte e poi torniamo indietro. Così facciamo ed arriviamo in albergo fradici come pulcini. Poco dopo smette di piovere ed esce un po' di sole.
Entriamo e le nostre valigie sono nell'altrio, buon segno! Una signora molto gentile ci da le chiavi della stanza. Ed ora doccia per tutti, ci vuole!
La sera ceniamo in albergo guardando la partita Brasile-Cile e ordinando al solito alla carta. Puntiamo col dito uno dei tanti nomi incomprensibili ed aspettiamo di vedere cosa arriva.



venerdì 27 giugno 2014

Giorno 2

La giornata inizia con una buona e abbondante colazione. Unica nota pensavo di finire un pezzo di formaggio della Franci ed invece era burro, la mia faccia nel masticarlo non è stata fotografata.
Per fortuna alla reception c'era la figlia della signora di ieri che parlava inglese, così sono riuscito a spiegarle che lasciavano due bagagli e una busta con 156euro e che doveva consegnarli ad un tizio che sarebbe passato a prenderli.
Per un certo verso questo è un viaggio che allena alla fiducia, occorre fidarsi che le cose vanno come dovrebbero andare, e che se si incontrano imprevisti in qualche modo si risolvono. Un buon allenamento insomma.
Per le 9.30 siamo dunque pronti a partire tutti in sella, Luca nel seggiolino, foto di rito e via.
Dopo 300mt prima tappa: ufficio informazioni. Ci spiegano la ciclabile, il castello, i resti delle terme romane (ma guardandoci come per dire: voi che siete italiani seriamente volete vedere i nostri resti romani?). Luca fa la cacca.
Seconda tappa appena usciti da Weissemburg eccoci dunque al castello romano, o meglio ai pochi sassi ricostruiti che rimangono. Facciamo una corsa, curiosiamo qualche foto e ripartiamo.
La giornata è bella, c'è un bel sole, ci mettiamo la crema.
La ciclabile su rivela uno sterrato ma molto ben tenuto che si snoda tra i campi accanto al tracciato della ferrovia. Ad un certo punto un cartello indica una deviazione la seguiamo, poi un po' a naso riusciamo a tornare sulla strada principale. Luca si addormenra, ci fermiamo e lo tolgo dal seggiolino per metterlo bel carrelino, ma si sveglia e piange che vuole tornare nel seggiolino. Ripartiamo. Luca si addormenta di nuovo, ci fermiamo e Silvia lo toglie per metterlo nel cartellino, ma si sveglia e piange che vuol tornare nel seggiolino, è un pianto disperato inconsolabile. Proviamo a procedere ugualmente ma non serve, allora Silvia galà pensata giusta, gli dà i suoi cavalli della Lego. Funziona sempre così per interrompere il pianto disperato occorre l'interruttore giusto e tutto passa in un istante.
Ogni tanto rispondo al "quanto manca?" E per essere sicuro do anche una sbirciata al GPS.
Passiamo per la fossa Carolina, Luca intanto si addormenta. Attraversiamo un bel parco e voilà siamo arrivati: eccoci alla picina di ieri, troppo bella per non tornarci. Km percorsi 13.
Prima di entrare però abbiamo fame sono ormai passate le 13.00. A locale delle terme ci propongono due piatti con quattro cotolette impanate e patatine fritte per soli 9.80euro: prese. Ci danno anche da colorare e disegnare.
Poi finalmente piscina: scivoli, onde, acqua calda... Proviamo anche uscire alle due piscine esterne ma li l'acqua non è riscaldata, niente da fare, subito dentro e via con gli scivoli. Credo che Mari e Fra ne abbiano fatti più di 30... Grande divertimento anche oggi.
Alle 17.00 eravamo di nuovo alle bici, un ghiacciolino e poi pronti per partire con destinazione albergo. La strada non era poi molta se non che poi terminava con una bella salitella per raggiungere il piccolo Borgo agricolo dove pensavo di aver prenotato da dormire. Già, pensavo. Perché una volta arrivati non c'era nessuno e alla porta scotchato si trovava il foglio della prenotazione con il mio nome Davide Stefanoni. Tutto era scritto in tedesco, ma qualche parola chiave tipo un "nicht" evidenziato in giallo mi faceva intuire che non avremmo dormito lì questa sera. Sopra al foglio della prenotazione c'era un secondo foglio con il nome è il numero di telefono di un altro albergo. 

Ok, calma e sangue freddo:
1. Non ho portato il dizionario di tedesco, sarebbe stato utile, controllo nelle app ma ho solo il translator di google che funziona solo online.
2. Possibile che non ci sia nessuno? Le porte sono aperte ma non c'è anima viva.
3. Se chiamassi chiara per farmi tradurre? Mmm forse meglio chiamare il numero dell'hotel scritto su quel foglio.
4.il numero è senza prefisso quale sarà il prefisso della germania? Rovisto tra le prenotazioni degli hotel: ok 0049.
5."hello, is there anybody speaking English?" Si, c'è meno male, c'è una ragazza che parla inglese.
6."sono Davide Stefanoni, ci sono per caso lì dei bagagli con il mio nome?" "no non mi sembra e poi non la conosco non ho prenotazioni a suo nome..." "Si lo so ma io sono a Gronhart, avrei dovuto dormire qui ma invece ci sono solo dei fogli con delle frasi in tedesco che non capisco, me le può tradurre?"
7.con una pronuncia che sarà stata pessima le leggo le frasi misteriose e lei traduce "significa che i vostri bagagli sono da noi" "ah ok allora sono da voi?" "Aspetta che controllo meglio.... Via Mayer 35..." "Tradate! Yes yes! Are mine! Davide Stefanoni it's me. Dunque veniamo da voi, ma avete anche posto per dormire, ci servirebbero 4 letti..." "Controllo,... Ci sono due doppie le prenoto?" "Caspita si arriviamo!"
8.Ragazze, questa sera non dormiamo qui rimettiamoci sui pedali ancora uno sforzo ancora 5km, così dice il GPS. Franci era da poco attaccata al tubo così non ha protestato, Mari invece... "Mari il lamento ora non serve, c'è un imprevisto, stringi i denti, fai un sorriso che lo risolviamo.
È stato così che senza sbagliare strada ci siamo diretti verso la nuova meta canticchiando "allelu alleluia..."
Arrivati al nuovo albergo le nostre valigie erano giusto all'ingresso, evviva.
Alla reception c'era la ragazza con cui avevo parlato al telefono, l'albergo è pieno, le nostre camere sono in un altro edificio a 300mt da lì. Mari e Fra con Silvia decidono di andarci a piedi, io e Luca imperterriti in bici. Le valigie ce le porta dopo poco quella ragazza in macchina, molto gentile.
Tutto bene quel che finisce bene.
La sera controllo nella posta e trovo effettivamente una mail della gasthouse bidonara  in risposta al mio modulo di prenotazione elettronico, sono due pagine di frasi in tedesco, e le ultime due righe dicono che dispiace ma i loro alloggi sono troppo piccoli per 5... Evidentemente avevo tradotto solo le prime righe senza arrivare alla fine...

giovedì 26 giugno 2014

Giorno1

La partenza questa mattina era approssimativamente fissata per le 6. Ci siamo alzati da letto alle 6.30. Siamo riusciti a partire per le 7.15. Prima regola del viaggio: tenere orari elastici quando possibile.
I bimbi erano andati a letto già vestiti così il trasbordo letto macchina è stato un lampo.
Ok partiamo "speriamo di non aver dimenticato nulla di importante".
Il navigatore dava 5ore e 30 e 540km all'arrivo in Weissemburg: questa la risposta al primo (dei tanti) "papà quanto manca?"
Prima tappa dogana Svizzera, acquisto della vignetta autostradale. La seconda tappa doveva essere per la colazione ma infine avevamo così tante stuzzicherie in macchina che siamo partiti con biscotti, barrette, patatine e te freddo senza nemmeno fermarci. La seconda tappa è stata dunque per la pipì, un paesello dopo il tunnel di San Bernardino con dei bellissimi bagni pubblici a bordo di un parcheggio.
La terza tappa ancora per la vignetta autostradale, questa volta quella austriaca.
La quarta tappa è stata la tappa imprevisto: tè e patatine svomitate dal piccolo Luca. Io mi sono messo a ripulire il seggiolino e Silvia a ripulire Luca. Avevamo acqua e salviettine profumate, hanno aiutato.
Quinta tappa era ora di pranzo. Volevamo fermarci sul lago di Costanza ma tutti dormivano e si doveva uscire un poco dall'autostrada, così ho tirato dritto. Ci siamo fermati ad Augsburg una città piuttosto grandicella. Non avevamo idea di dove parcheggiare, e così abbiamo parcheggiato in quello che ci sembrava essere il centro, ma non lo era... Ci siamo dunque seduti nell'unico baretto nei paraggi e quello che siamo riusciti ad ordinare sono state delle piadine arrotolate fredde da frigo.
Sesta tappa, le terme dell'altmuhl un bellissimo complesso con piscine. Ingresso famiglia euro 11.80 per 2.5ore. In piscina a Tradate avremmo speso 20euro. Ed ecco quello che abbiamo trovato: piscina grande riscaldata con onde e trampolino per tuffi, piscina media molto riscaldata con piccolo scivolo bimbi, piscina piccola per bimbi, due tunnel scivolo.
Ci siamo divertiti tanto. Soprattutto nei tunnel scivolo, luca compreso.
Ultima tappa arrivo. Ed eccoci al nostro albergo, nella piazza principale di Weissemburg.
Nell'albergo c'era una signora che parlava solo tedesco ma non ci ha messo molto a capire che eravamo la famiglia che aveva prenotato una camera da quattro, e che avevamo bisogno di un posto per mettere le bici. Due mani che girano a cerchio e si capisce subito che stai dicendo bicicletta.Non rimaneva altro che procedere con lo scarico di bici e bagagli, una procedura che ha preso il suo tempo e il suo impegno.
Nel frattempo la fame ci diceva che avevamo bisogno di un piatto caldo!
Ci siamo seduti all'aperto in un locale della piazza aggregandoci con il tifo a tutti i tedeschi che stavano guardando Germania-Stati Uniti. Il menu era solo in tedesco e i camerieri non parlavano inglese ma questa volta ci é andata bene: quella parola incomprensibile di fianco a omelett era prosciutto cotto, evviva.
Alla fine per festeggiare la vittoria della Germania quattro passi e un bel gelato. Buona notte! Che domani si parte a pedalare.

mercoledì 25 giugno 2014

Pronti a partire

Ok siamo pronti.
Macchina carica: due valiglie, il carrellino, 4 biciclette, qualche zainetto. Infine anche il seggiolino per bici... Non si sa mai.
Domani mattina si parte quanto prima.

sabato 7 giugno 2014

Banco di prova: giro del lago di Varese


Il lago di Varese è circondato da un'ottima pista ciclabile lunga 28km. Più o meno dunque il kilometraggio che affronteremo giornalmente in Germania.
Il primo test è stato caricare le quattro bici e il carrellino sull'auto. Prova ottimamente passata, il carrellino si piega molto bene è smontato e rimontarlo non è un impresa impossibile. Oltre le bici rimane ancora un buono spazio per il bagaglio, due borsoni ci staranno.
Il punto di partenza scelto è stato il parcheggio di un baretto poco dopo la Schiranna in direzione Gavirate. Verso le 10.30 eravamo tutti pronti in sella alle nostre bici: noi 5 e Chiara, Manuel, Emma e Nora, gli amici con cui abbiamo organizzato questa ciclo-giornata.

Silvia e Luca in formazione da viaggio.

Marianna ed Emma al via.
La giornata era di splendido sole.
Il giro è stato scandito da numerose soste di varia natura.
Nel tratto iniziale Francesca ha affrontato la sua titubanza nel rapportarsi con i freni, poi proprio quando sembrava prendere confidenza ecco un bel tamponamento a catena: Francesca frena di colpo ed Emma non riuscendo a frenare in tempo la investe. Fortunatamente solo un po' di spavento e qualche piccolo graffio. L'episodio serve a convincere dell'importanza dell'uso del casco ma anche a concedere a Francesca l'uso del tubo fino alla tappa successiva.


Luca: al pontile arrivo con calma, con i miei Fonzie.
Tappa pontile sul lago, tappa ghiacciaie, tappa aspettiamo chi è più indietro...

E poi finalmente la tappa pranzo sul praticello presso il pontile per l'isolotto virginia.

In posizione per la foto ricordo: Marianna, Emma, Francesca, Davide, Silvia, Luca, Nora, Chiara e Manuel.
Tappa paperelle, tappa mettiamo comodo Luca che si è addormentato, tappa punto panoramico, tappa giochi, tappa merenda, tappa aspettiamo chi è più indietro...

E poi infine arrivo alla macchina per le 18.30.
Tutti molto bravi, complimenti in particolare ai piccoli pedalatori Francesca Marianna ed Emma.